ANNO 14 n° 79
Usb: ''Obbligo al lavoro domenicale, solo 4 candidati sindaco ci hanno risposto''
05/06/2018 - 09:55

VITERBO - Riceviamo e pubblichiamo da Usb VIterbo:

L’Usb Viterbo presidia le vie principali della città e tutti i centri commerciali per informare lavoratori e piccoli esercenti sugli impegni presi da alcuni candidati sindaco riguardo la regolamentazione delle aperture domenicali e festive.

Nei giorni scorsi, il sindacato di base ha esortato i candidati sindaco a prendere parola sull’obbligatorietà del lavoro domenicale e le aperture festive nel commercio.

Le liberalizzazioni del 2011 e i successivi rinnovi contrattuali firmati da Cgil, Cisl e Uil hanno permesso a grande e piccola distribuzione di imporre il lavoro festivo e domenicale. Nonostante sia ormai certo il mancato aumento degli acquisti, che vengono solo ridistribuiti nell’arco della settimana e il mancato aumento dell’occupazione, nel commercio, nella sola città dei Papi, vi è stato un calo dell’11% dei posti di lavoro.

Eppure continuano a spuntare negozi aperti fino a mezzanotte, sette giorni su sette, che vanno a ledere il diritto costituzionale al giorno di riposo. Eppure questo è un settore che occupa circa 2 milioni di persone, fra commercio all’ingrosso e al dettaglio, il 20% del totale.

Il sindaco, però, può intervenire con strumenti amministrativi e in ambito locale, regolamentando le aperture e cancellando, di fatto, tale obbligatorietà.

L’Usb ha inviato una lettera aperta a tutti e sette i candidati sindaco della città di Viterbo, solo 4 fra loro hanno risposto.

Paola Celletti e Massimo Erbetti, rispettivamente delle liste Lavoro e Beni comuni e M5S, hanno risposto in modo dettagliato a riguardo, proponendo delle soluzioni concrete e immediatamente applicabili.

Chiara Frontini, coordinamento VentiVenti e Viterbo Cambia e Francesco Serra, liste Viterbo per i cittadini e Impegno comune, hanno comunicato il loro interesse sulla tematica, impegnandosi in un tavolo operativo di confronto che tuteli lavoratori e utenti.

Gli altri tre candidati, nonostante le sollecitazioni, non si sono espressi in merito, non ritenendo prioritaria la tutela dei diritti dei lavoratori.







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