ANNO 14 n° 116
Uno studente al servizio dei pusher
30/05/2015 - 02:00

VITERBO - Agivano in autonomia, senza un'organizzazione capillare. Ma in alcuni istituti scolastici si facevano aiutare da un intermediario: in pratica, uno studente che raccoglieva i soldi dei compagni per poi recarsi dagli spacciatori e acquistare hashish e marijuana. Questo è quanto emerso dalle indagini svolte dai carabinieri, che hanno portato ieri all'arresto di diciassette persone che vendevano droga intorno ad alcune scuole viterbesi e nelle piazze principali della città.

Gli stupefacenti venivano poi consumati all'interno dei bagni e dei piazzali degli edifici scolastici: dettagli emersi grazie alla collaborazione degli stessi acquirenti che, accompagnati in alcuni casi dai genitori, hanno raccontato ai carabinieri le modalità tramite le quali hashish e marijuana entravano all'interno delle scuole. Il giro ha visto coinvolti nel ruolo di spacciatori giovanissimi e incensurati, la gran parte provenienti dall'est Europa ma di cittadinanza italiana. 

I militari hanno scoperto l'attività di spaccio grazie a una fortuita casualità: mentre indagavano sugli autori di una serie di colpi a distributori di benzina sparsi sul territorio provinciale, è emerso che alcuni membri della banda facessero anche uso di stupefacenti. Indagando sulla provenienza delle sostanze, hanno scoperto questa seconda organizzazione, colpita ieri dalla serie di arresti.

Anche sulla banda di scassinatori dei self service sono emersi nuovi dettagli: al vertice del gruppo c'erano un albanese e un rumeno, in possesso di auto che venivano usate per accompagnare gli altri presso le aree di servizio da svaligiare. Lì, in pochi minuti il colpo andava a segno, con un frullino usato per tagliare le colonnine e rubare l'incasso. Una volta riuniti, la somma veniva poi divisa tra i sei appartenenti al gruppo, che erano poi soliti spendere il bottino tra videopoker e slot machines.





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