ANNO 14 n° 114
Unitus, inaugurato l'anno accademico
Il rettore Ubertini: ''Pił investimenti per promuovere ricerca e progresso''
27/02/2020 - 14:18

VITERBO – ''L'Università della Tuscia è sicuramente una delle realtà più qualificate e rilevanti, con buone prestazioni in tutti gli ambiti e importanti punte di eccellenza. Ad oggi offriamo 40 corsi di studio divisi su 6 dipartimenti, di cui 17 magistrali e 2 a ciclo unico in diverse aree, oltre a 8 master e 7 corsi di dottorato, per un totale di circa 700 insegnamenti e di oltre 40mila ore di didattica frontale''. Che è in continua espansione. ''Abbiamo recentemente sottoposto al Ministero un nuovo corso di laurea in Scienze Naturali e Ambientali, e uno sulla produzione sementiera e il vivaismo. In totale ospitiamo circa 9mila studenti, con tre poli didattici: il principale a Viterbo, il secondo in forte espansione a Civitavecchia; e l'ultimo a Rieti, su cui intendiamo puntare molto nel prossimo futuro e per il quale stiamo costruendo un ambizioso progetto di rilancio sia nella didattica che nella ricerca per un valore complessivo di circa 5 milioni di euro''.

A snocciolare i dati con punta di orgoglio è il rettore Stefano Ubertini che, questa mattina nella cornice dell'Auditorium di Santa Maria in Gradi, ha inaugurato l'anno accademico 2019-2020. Pare abbastanza soddisfatto, il rettore, anche se è fermamente convinto che per promuovere progresso e ricerca, siano necessari maggiori investimenti.

''Piero Calamandrei – ha detto - ci ha insegnato come una democrazia funzioni soprattutto se ha una classe dirigente da scegliere e ci dice che 'il problema della democrazia si pone dunque prima di tutto come un problema di istruzione'. Forse pochi sanno – ha aggiunto - che possiamo vantare, come Paese, un sistema universitario tra i più efficienti al mondo. I nostri laureati sono tra i più preparati, nonostante la disponibilità di un solo docente ogni 30 studenti, contro una media Ocse di un docente ogni 16 studenti''.

Inoltre ''le università italiane non svettano nelle classifiche internazionali perché la nostra missione, che ha radici molto antiche, non è creare poli di eccellenza ma promuovere la ricerca, il progresso e la cultura in tutto il Paese. Ma se osserviamo con attenzione quelle stesse classifiche internazionali, ci accorgiamo che l'Italia presenta la stragrande maggioranza delle sue università, noi compresi, nel top 5% al mondo, ed è tra i primi sette paesi più rappresentati del pianeta, il terzo in Europa. Le università italiane, singolarmente prese, costano molto meno delle primissime classificate, come Harvard o Stanford, ma a parità di spesa producono molto di più. Siamo settimi al mondo per numero di citazioni e ottavi per numero di articoli scientifici. Ma saliamo al terzo posto, davanti agli Usa e dietro solo alla Cina e alla Gran Bretagna, se il numero di pubblicazioni scientifiche è normalizzato rispetto all’investimento pubblico in ricerca''.

Ancora: ''Se guardiamo ai finanziamenti europei - dice ancora Ubertini -ogni ricercatore italiano è in grado di attrarre in media il 20% in più rispetto alla quota pro capite. Riusciamo ad ottenere buoni (anzi ottimi!) risultati nella didattica e nella ricerca, pur avendo a disposizione, (quando va bene) un terzo delle risorse degli atenei primi classificati''.

Eppure non ci investiamo. ''Le parole 'università', 'ricerca' e 'scienza' vengono pronunciate rarissimamente nelle campagne elettorali politiche e amministrative: spendiamo circa 250 miliardi per le pensioni, ma ci sembra eccessivo investire 7 miliardi nell'Università. Questa è la somma a cui ammontava il FFO nel 2019: 7 miliardi e 241 milioni di euro, al netto dei Dipartimenti di eccellenza. Se tutto il FFO fosse investito nella didattica (e sappiamo che non è così), stiamo parlando di circa 4300 euro a studente, meno di 12 euro al giorno. Nel 2019 abbiamo avuto lo stesso FFO del 2008 (quando eravamo comunque già sottofinanziati), 11 anni fa. Nello stesso periodo il finanziamento pubblico alle università tedesche è aumentato di oltre il 40%. Eppure un recente studio italo-tedesco dimostra che le università italiane risultano più efficienti delle loro controparti tedesche in tutti i cluster dimensionali, ed anche tra le università specializzate in discipline tecnologiche''.

Si dice sempre, prosegue ancora il rettore dell'Unitus ''che dobbiamo laureare più giovani, che abbiamo bisogno di creare nuove imprese, che i nostri ricercatori devono vincere la competizione internazionale qui da noi e non fuggire all’estero, che dobbiamo puntare sulle nuove generazioni e per questo esiste una ricetta sola: più investimenti, investimenti stabili nel tempo che permettano di fare programmazione''.

Tornando alla situazione dell'Unitus, il Ubertini ha poi spiegato come ''i dati di questo anno sulle iscrizioni mostrano una crescita sensibile con un +4% di iscritti al primo anno, e un + 12% di iscritti al primo anno nei corsi di laurea magistrale''.

Nella didattica l'Ateneo viterbese è inoltre tra le Università pubbliche generaliste quello con il più alto livello di soddisfazione degli studenti e al primo posto per la funzione di ascensore sociale, cioè per percentuale di laureati con genitori non laureati. ''Questo primato è ancora più rilevante - osserva il rettore - se consideriamo che, secondo un recente rapporto OCSE, gli studenti con genitori dotati di un'istruzione di base hanno il 15% delle possibilità di ottenere una laurea rispetto ai ragazzi figli di laureati''.

Per quanto riguarda la ricerca in area tecnico-scientifica, dal Duemila ad oggi i ricercatori dell'Unitus hanno pubblicato oltre 7mila lavori indicizzati nei database internazionali, in collaborazione con 145 istituzioni di tutto il mondo, con un tasso di crescita di oltre l’80% negli ultimi 10 anni.

Non ultima, ha infine detto Ubertini ''voglio accennare alla nostra vocazione verso il territorio che ci ospita. La nostra funzione socio-economica è fondamentale, al pari di quella formativa e scientifica''. Quindi i ringraziamenti alla Regione Lazio e, in particolare, all’assessore Claudio Di Berardino, presente in platea; al sindaco Giovanni Arena, ''che si è sempre dimostrato sensibile alle esigenze dell’università sul territorio''. Al procuratore della Repubblica Paolo Auriemma e al presidente del tibunale Maria Rosaria Covelli. Una menzione anche alle collaborazioni con le associazioni delle imprese e di categoria e a tutte le forze armate. E ancora Lazio Disco e Asl. 

Ospite d'onore della mattinata, infine, è stata la professoressa onoraria del Politecnico di Milano Amalia Ercoli-Finzi. ''La signora della Comete'' l'ha definita Ubertini. ''Una donna che ha vissuto la liberazione dal fascismo e oggi studia come fare atterrare un equipaggio umano su Marte e come realizzare un orto botanico sulla Luna; una donna che ha cresciuto 5 figli e una sonda spaziale, Rosetta, che è partita dall’Italia nel 2004 e oltre 12 anni dopo ha perforato, per la prima volta nella storia, il nucleo di una cometa, inviando i dati sulla terra''.

La professoressa Ercoli-Finzi ha tenuto a braccio una lectio magistralis dal titolo ''Nello spazio senza confini'', che ha incantato la platea. L'ingegnere 83enne aerospaziale ha infatti raccontato la storia della conquista dello spazio con elementi scientifici e aneddoti divertenti.





Facebook Twitter Rss