ANNO 14 n° 116
''Unire i moderati
per sviluppare la città
Fino al 2018 si può fare la differenza''
10/12/2015 - 02:01

di Andrea Arena

VITERBO – Dante parlava del mezzo del cammin. Gli americani dicono invece mid term, mezzo termine, per indicare quelle elezioni (il rinnovo del Congresso) che arrivano appunto a spaccare in due, spesso neanche troppo metaforicamente, i quattro anni di reggenza di un presidente degli Stati Uniti.

Anche Leonardo Michelini, nel suo piccolo, è arrivato a metà viaggio. Esattamente due anni e mezzo fa (lunedì 10 giugno 2013), già un'ora dopo la chiusura delle urne, era chiaro chi avesse vinto il ballottaggio. Non Giulio Marini, il sindaco uscente, ma l'ex presidente della Coldiretti, l'imprenditore di successo, l'ex consigliere comunale nei primi anni Novanta, il papà di Giulio e Valerio, il marito di Tiziana, l'ingegnere minerario. E poco importa se la carica divenne effettiva il giorno seguente, martedì 11: quel giorno, il 10 giugno, resta simbolico. I trattori che invadono piazza del Comune, le bandiere gialloverdi della Coldiretti insieme a quelle tricolori del Pd, il delirio più o meno sincero di quelli che non avevano mai creduto che Viterbo potesse avere un primo cittadino di centrosinistra.

Michelini, è arrivato a metà. Non può sottrarsi ad un bilancio coi lettori di Viterbonews24.

''Prime di parlare delle cose che si sono fatte, preferisco sempre pensare alle cose che si faranno. E questo non soltanto da amministratore, anche nella vita professionale e privata''.

Via, però ci sarà qualcosa da rivendicare con orgoglio in questi due anni e mezzo.

''Credo che siamo riusciti a cambiare la percezione della città, e di chi l'amministra. Il cambiamento richiede coraggio, e bisogna accettare le sfide. Anche quelle epocali, non scontate, come aprirsi al mondo. Viterbo deve avere la forza per mettersi in competizione con le altre realtà, da Orvieto alla Toscana, fino alla Provenza o al resto d'Europa''.

Non le sembra d'esagerare?

''No. La sfida non è fare gli ascensori del Plus, ma rendere la città interessante affinché quegli elevatori abbiano un senso. Sennò ce li ritroviamo sporchi, abbandonati e vandalizzati nel giro di qualche mese. Il contenitore ci vuole, ma anche il contenitore. Bisogna offrirsi all'Italia e al mondo in un modo interessante''.

Crede di poterci riuscire o siamo al solito sbandieramento di tutte le migliori intenzioni?

''Non sono il tipo che si dice bravo da solo. Ma quando sono gli altri che ce lo dicono, incarto, prendo su e porto a casa. E gli altri ce lo stanno dicendo, su tanti aspetti''.

Veniamo ai problemi. Numero uno: i rifiuti e il prossimo commissariamento di Viterbo Ambiente.

''L'impresa ha un'interdittiva, tutto è partito da Perugia, e ringraziamo le autorità umbre. Ora è possibile cambiare pagina, potremmo anche contestare quelle clausole del contratto che non ci hanno mai soddisfatto e che non hanno risposto neanche alle esigenze dei cittadini. Comunque, aspettiamo il commissario''.

Rsa, residenze sanitarie assistenziali. Si ricorda la manifestazione dei famigliari dei pazienti, sotto al Comune? Soprattutto, si ricorda che c'è questo problema da risolvere?

''Naturalmente. Però bisogna sempre inquadrare la crisi, e la sua genesi. La Regione quest'anno ci ha tolto un milione e duecentomila euro di contributi, un taglio che avrebbe messo in crisi qualsiasi amministrazione comunale: perciò la prima cosa che siamo stati costretti a fare per evitare il default è stata quella di mettere in sicurezza i conti. Certo, avremmo potuto scaricare tutte le colpe sulla Regione, sarebbe stato comodo, ma mi rendo conto perfettamente che lo stesso ente deve fare i conti con i debiti del passato, specie in campo sanitario. Allora abbiamo preferito rimboccarci le maniche: nel bilancio del 2015 ci sarà la copertura per le rette, abbiamo trovato degli avanzi, fondi dei Servizi sociali rimasti nelle pieghe delle finanze comunali anche da quindici anni, segno che prima non è che si sia stata tutta questa buona amministrazione. E poi...''

E poi?

''E poi c'è una cosa che mi spinge personalmente a risolvere questa faccenda''

Dica.

''Un'amministrazione di centrosinistra, la prima della storia di questa città, non può permettersi di lasciare a piedi, cioè in mezzo ai problemi, le fasce più deboli della popolazione. I cittadini più esposti debbono venire prima di tutto. E' un aspetto che avevamo sottovalutato, ma che ora riprendiamo con più forza che mai''

Centrosinistra. Parliamo di politica, allora. La sua maggioranza in consiglio comunale spesso balla la rumba, la salsa, il merengue e la lambada. Il tutto contemporaneamente.

''Allora la fermo subito. A me interessa poco o niente che in Oltre le mura siano rimasti tre consiglieri, o quattro, o cinque. A me interessa il cambio di idea, di progetto. L'approccio civico alla politica e alla risoluzione dei problemi. Così si può trasformare davvero questo territorio. Abbiamo visto come anche nella nostra provincia i partiti tradizionali siano al minino storico della popolarità. Ecco dunque che la politica deve riconquistare credibilità senza usare più i metodi del passato, che hanno fallito. Lo vediamo con Renzi, con l'atteggiamento che utilizza: il premier rottama non pere distruggere e basta, ma per ricostruire le cose in maniera diversa, nuova. Lo ha fatto persino nel rapporto coi sindacati, che sembrava l'ultimo bastione, quello incrollabile''.

Altro fallimento che, nei peggiori bar del Pilastro, s'imputa a Michelini: non è riuscito a chiudere al traffico il centro storico.

''Contestazione prevedibile, e al limite comprensibile. Ma bisogna andarci cauti. All'inizio del mandato, è vero, ci abbiamo provato. Diciamo che fu una misura sperimentale, per tastare il polso alla città, e ai cittadini. Ci è servita per capire molte cose: per esempio che il nostro centro storico è grande, e non tutte le zone sono uguali, e hanno esigenze diverse. C'è la parte commerciale e quella monumentale, e quella con più uffici. Perciò le strategie vanno modulate, senza compromettere la viabilità dei residenti. Credo che in questo potranno aiutarci i nuovi varchi elettronici in arrivo con l'infomobilità, oltre naturalmente all'intelligenza dei cittadini e dei commercianti''.

Termalismo e turismo vanno di pari passo?

''Certo, ma sarebbe imperdonabile puntare soltanto su un settore. Viterbo ha la fortuna di avere tante attrattive che possono fidelizzare il visitatore, farlo tornare una volta per questa e una volta per quell'altra ragione. Per quanto riguarda l'acqua sulfurea, la palla è nelle mani della Regione, che ha dato l'incarico al professor Piscopo di redigere il nuovo piano delle acque, almeno nella parte centrale del bacino idrografico. Questo serve per mantenere un livello accettabile dell'acqua, e va di pari passo con i risparmi, coi rubinetti tenuti chiusi la notte, e anche con un consumo ragionato''.

Da imprenditore, può parlarne con gli imprenditori.

''E' quello che faccio, anche se ho capito presto che un amministratore non può ragionare troppo come un privato, sennò si rischia di fare la fine di Berlusconi. Semmai, l'intervento dei privati va sfruttato per le iniziative che funzionano, che garantiscono un ritorno d'immagine anche a chi investe: lo abbiamo fatto per esporre la Macchina di Santa Rosa ad Expo, ma anche – e questo non si è saputo – per la stagione teatrale di Ferento. Sa cosa farebbe bene a questa città? Un po' più di concorrenza, perché sia da stimolo alla crescita''.

Da domani inizia la seconda parte di mandato.

''Deve essere quella della dimostrazione. Dimostrare cioè che il centrosinistra può fare la differenza. Se poi andiamo a guardare, fino al 1995 questa città era collocabile in quell'area. C'erano i repubblicani, prima ancora il Partito d'azione. Certo, sono finiti i tempi del pubblico che ha creato ricchezza e posti di lavoro, delle caserme, dell'urbanizzazione. La Tuscia deve dimostrare di potersi creare il suo futuro, di fabbricare il contenitore a chi, come l'Università, fabbrica i contenuti''.

Prossimo progetto?

''Una grande riqualificazione del Poggino. Contiamo di partire presto per trasformarla in area produttiva economicamente attrezzata. Le strade, le fogne: verrà risistemato tutto, diventerà la cartolina della Viterbo che produce''.

I soldi dove li prende?

''Ci sono i piani europei ad hoc. Se ci rientriamo è perché presentiamo un'idea valida, non perché ci dà una mano Tajani, come accaduto ad altri''.

Non faccia il velenoso, sindaco. Piuttosto: si ricandiderà per il bis, visto le voci (e i nomi) che girano?

''Si annuncia soltanto l'ultimo mese. Magari, però, si decide prima''.






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