ANNO 14 n° 89
Una tifosa: ''Presidente Camilli, salvi il Leone e ruggisca con lui''
19/06/2013 - 12:32

Riceviamo e pubblichiamo l'appelo di una tifosa della Viterbese

''Come ogni mattina il più classico dei tifosi, prima di cominciare la sua giornata di duro lavoro, va al bar e si prende il suo bel caffè davanti alle pagine rosa della Gazzetta, oppure sbriciola il suo cornetto sul Corriere dello Sport: Garcia è fiero ed onorato di essere il nuovo tecnico della Roma, tutti vogliono El Shaarawy , Cavani ancora non sa se il calcio spagnolo è adatto a lui. Poi esce dal bar, sazio, speranzoso ma soprattutto con qualcosa di cui chiacchierare coi colleghi.

Se, però dovesse capitarvi di vedere uscire da quel bar una persona decisamente sconsolata, delusa ed avvilita, state pur certi che le sole notizie che può aver letto riguardano debiti, disinteresse, impegni non mantenuti, voltafaccia, parole rimangiate, scaricabarile, fallimento... e quello è sicuramente un tifoso della Viterbese. Ed ecco che il cornetto appena mangiato gli andrà di traverso, che i colleghi lo prenderanno di nuovo in giro per la sua fede calcistica e che immagini di certe persone - che il naso rosso dovrebbero portarlo davvero, ma solo per non farsi riconoscere e non per suscitare simpatie (ehhhh… simpatico come una cartella di Equitalia!!!!) a feste di beneficenza - torneranno prepotentemente alla mente, facendo venire voglia di vomitare il cornetto e non solo quello.

E, ancora una volta, in questo bailamme di pensieri negativi, la testa, o l’ imperitura speranza o il sogno sempre sognato, portano ad un solo nome, ad una sola persona, capace di incarnare la volontà, la serietà, la determinazione, la caparbietà, l’impegno; una persona self-made per usare un termine moderno, un imprenditore che ha saputo sviluppare ed affermare la sua attività in ambito nazionale ed internazionale, ed in più, un uomo di sport, uno che mastica calcio, quello vero, e che lo fa credendoci e nn per interesse, che lo fa perché ha progetti e li porta a termine, e nn perché fa figo essere chiamato “Presidente”. Lui Presidente lo è davvero, lui non ha mai “usato” le sue squadre, lui non è mai scappato, lui non si è mai nascosto, lui non ha mai lasciato uno spogliatoio in mano a personaggi improbabili o addirittura inesistenti.

Lui la faccia ce l’ha sempre messa, il cuore (d’oro o no che sia…) ce l’ha sempre messo, lui non ha mai lasciato dipendenti senza stipendio per mesi. E sicuramente anche lui avrà avuto i suoi momenti neri, avrà avuto voglia di mollare tutto, avrà pensato pure lui “ma chi me lo fa fare?”…ma non l’ha mai fatto. E questo si che è un “Comandante”, per altro ripagato da risultati, e che risultati…Grosseto docet! E’ il suo, Sig. Camilli, il nome da sempre invocato a Viterbo, è lei ed il suo vero essere uomo di calcio, la speranza cullata da ogni tifoso gialloblu che da troppo tempo non vede altro che maltrattare i propri colori, ed è stanco. Non se ne può più di arrivisti millantatori, pagliacci, bugiardi, che legano il proprio nome a quello della Viterbese.

La Viterbese è ben altro, Presidente, la Viterbese è quella squadra che, abbandonata vigliaccamente dalla sua pseudo-dirigenza, ha reagito, trovando in se stessa, nel suo mister, nei suoi impagabili (di nome e di fatto!) giocatori, e nei suoi unici tifosi la vera forza. La Viterbese, ha dato dimostrazione di quanto serva la serietà, la determinazione, la volontà, quanto serva essere prima di tutto uomini e crederci. La Viterbese ha fatto il miracolo,Presidente, a dispetto di tutto e tutti, ha dimostrato di non avere la benché minima voglia di morire per mano di nessuno, ha lottato, e l’ha fatto insieme ai suoi tifosi, quelli si dal cuore d’oro, sempre e comunque presenti a prescindere dalle telecamere e dalla campagna elettorale. La Viterbese ha il leone nel suo stemma, e quel leone ha fatto sentire forte e chiaro il suo ruggito.

Ora il leone è stato ferito, colpito, ancora una volta,vigliaccamente alle spalle. E’ ferito….ma non ucciso, e non si vuole arrendere, ha ancora quella innata e prepotente voglia di lottare. Non importa dove, ciò che importa è come e con chi, ciò che importa è che il leone trovi un altro leone, uno che sappia combattere, uno che non s’arrende, uno che crede in quello che fa. La Viterbese, Presidente , ha bisogno di una persona come lei, anzi, non come lei, ma di lei proprio. Accetti questa sfida,un’altra ancora, ci pensi su, non permetta che ad una città come Viterbo venga tolta la sua dignità calcistica, siamo certi che anche il sindaco Michelini non potrà non guardare con favore ad un suo arrivo a Viterbo.

Combatta con noi, non le chiediamo chissà quale palcoscenico, ci basterebbe un progetto serio e costante a cui lavorare insieme, consapevoli che a guidarci è un vero Comandante, già questo sarebbe il realizzarsi di un sogno inseguito da sempre ma continuamente interrotto da incubi. Siamo stanchi, Presidente, sia come tifosi che come cittadini, stanchi di vedere alternarsi persone che con Viterbo e la Viterbese non hanno niente a che fare. Stanchi di vedere calpestata ed offesa la nostra squadra, abbiamo bisogno di serietà, venga con noi, combatta al nostro fianco, sposi questo progetto, aiuti la squadra della sua terra a riacquistare il posto che le compete, non permetta che la Viterbese venga fatta sparire, ci aiuti. Presidente, salvi il leone, ruggisca con lui''

Con stima.

Paola, tifosa gialloblu






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