ANNO 14 n° 109
''Una strategia per creare disagi alle scuole''
Otto viterbesi coinvolti nelle indagini sulle false manutenzioni dei bus
19/01/2017 - 11:11

VITERBO - Una strategia concordata per ''creare pesanti disagi nel periodo di riapertura della scuole'', frutto di ''una strategia concordata con altre officine anche allo scopo di aiutare il cda a sbarazzarsi del presidente''. Dalle 182 pagine sull’inchiesta Cotral condotta dalla Guardia di Finanza e che ha portato all’arresto del titolare di una delle officine incaricate e che vede indagate 50 persone tra cui l’ex presidente della Viterbese Carlo Graziani e altri sette viterbesi, emergono particolari inquietanti.
Ben 57 gli episodi illeciti nell’arco di due anni secondo quanto risulta al termine delle indagini delle Fiamme Gialle. A dare il via all’inchiesta, ormai due anni fa, la denuncia dell’ex amministratore delegato di Cotral Vincenzo Surace, a fronte dell’alto numero di guasti e incidenti ai pullman del consorzio.
Il gip Massimo Battistini nell’ordinanza relativa all’inchiesta sulla manutenzione dei pullman Cotral, fa riferimento a una telefonata tra Graziani a Giovanni Libanori, a quei tempi membro del cda di Cotral. In questa conversazione si parla di ''una strategia concordata con altre officine anche allo scopo di aiutare il cda a sbarazzarsi del presidente''. Un modo ''per creare pesanti disagi nel periodo di riapertura delle scuole in modo da attirare l’attenzione delle istituzioni''. I disagi subiti da pendolari e studenti, quindi, non sarebbero stati causati dai mezzi obsoleti ma avrebbero fatto parte di una strategia precisa, sembra di capire dalle carte.

Un modo anche per ''punire'' il presidente del Cotral, come riportato dal Corriere della Sera, che aveva inviato un’ingiunzione al gruppo viterbese Graziani srl chiedendo tre milioni di euro di penali a Cotral. L’imprenditore Carlo Graziani, che risulta indagato, a fronte di questa richiesta si sarebbe rivolto a Libanori e questo replica: ''Perché vedi, Ca’, non è tanto che il presidente ti ha mandato una lettera, è che sto pezzo de merda non c’ha detto niente''.  

Oltre a Graziani, nell’inchiesta sul business della false riparazioni, figurano i nomi di altri viterbesi: Fabio Arcangeli, capotecnico del deposito Cotral di Civita Castellana; Francesco Buttinelli, capo tecnico del deposito di Viterbo; Patrizio Pigna, capotecnico dell'impianto di Viterbo e capo dell'unità tecnica del deposito di Blera; Alessandro Ranucci; Domenico Ercolani, capo dell'unità tecnica del deposito di Montalto di Castro; Maurizio Di Giovenale; Goffredo Taglioni, capo unità organizzativa, amministrativa e tecnica della divisione Cotral di Roma/Viterbo. Secondo i pm Stefano Fava e Letizia Golfieri, gli indagati avrebbero, a vario titolo, truccato le manutenzioni dei pullman a danno degli utenti e in barba agli standard di sicurezza.

Nell’ordinanza del gip Battistini si legge: “Lascia molto perplessi la familiarità che c'è tra i dirigenti Cotral e le ditte appaltatrici e che si estende a tutti i livelli”. Elemento che sarebbe ritenuto significativo nell’ambito dell’inchiesta.






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