di Massimiliano Vismara

VITERBO - Una panchina rossa contro la violenza sulle donne. È stata scoperta alle 12 in punto dal sindaco Giovanni Arena, con lui a sollevare il drappo porpora che la copriva anche gli assessori Laura Allegrini, Alessia Mancini, Antonella Sberna, la neopresidente della consulta del volontariato Donatella Salvatori e la consigliera comunale Paola Bugiotti. Presenti inoltre il vicesindaco Enrico Contardo e l'assessore Marco De Carolis.

La piccola seduta rossa è rimasta per tutto il giorno in mezzo alla piazza come un monito silente per ricordare tutte le donne vittime di violenza, poi domani mattina la panchina sarà sistemata nel parco civico di via Carlo Cattaneo dove rimarrà stabilmente.

''Questo è un atto doveroso da parte dell’amministrazione - ha dichiarato il sindaco Arena - questo è un simbolo che rappresenta la lotta alla violenza sulle donne, volutamente l’abbiamo messo in mezzo alla piazza principale della città perché sia ben visibile da tutti. Purtroppo, il recente periodo di lockdown ha portato anche l’aumento di questi fenomeni di violenza, non solo fisica ma anche mentale verso le donne, forse l’isolamento ha aumentato le tensioni famigliari e purtroppo si è arrivati ad una segnalazione di violenza ogni tre giorni, ed è proprio per questo – ha concluso il primo cittadino - che oggi più che mai dobbiamo tenere la guardia alta su questa gravissima forma di inciviltà''.

Anche l'assessore Antonella Sberna ha sottolineato l’importanza di un continuo impegno per arginare il fenomeno: ''Nelle prossime settimane prepareremo altre panchine da sistemare nelle frazioni in maniera che tutti gli abitanti osservandole possano avere lo spunto per una riflessione su questa piaga, bisogna educare le nuove generazione per far si che questo fenomeno si estingua''.

Infine, l’annuncio dell’assessore Laura Allegrini: ''So che i servizi sociali sono impegnati costantemente per aiutare le donne vittima di violenza, invece per quanto riguarda il mio assessorato posso annunciare che stiamo lavorando all’idea di un monumento che sottolinei il problema, ma che non raffiguri una donna che si compiange ma che esce orgogliosamente vittoriosa da questa battaglia contro una società diseducata''.