ANNO 14 n° 116
Un pellegrinaggio
nel giorno della memoria
Il centro per la pace ha sfilato
per i luoghi storici di Viterbo
27/01/2015 - 17:48

VITERBO - Il ''Centro di ricerca per la pace e i diritti umani'' ha celebrato il Giorno della memoria della Shoah con un pellegrinaggio silenzioso in alcuni luoghi della citta' di Viterbo ove sono poste alcune delle lapidi incise che ricordano le vittime della violenza nazifascista. Dapprima si e' sostato dinanzi alla lapide che nell'attuale piazza Gramsci ricorda tre persone li' assassinate dai nazisti.

Poi si e' sostato dinanzi alla lapide che in piazza del Sacrario ricorda i partigiani viterbesi morti nel corso della Resistenza e, successivamente, dinanzi alla lapide posta all'ingresso del liceo che ricorda Mariano Buratti, resistente torturato ed assassinato dai nazifascisti.

Infine in via della Verita' dinanzi alla casa della famiglia di ebrei viterbesi deportati e uccisi nei campi di sterminio, casa su cui e' collocata una lapide e dinanzi a cui sono collocate tre ''pietre d'inciampo'' con i nomi delle vittime. Dinanzi ad ognuna di quelle lapidi si e' meditato in silenzio, e si e' rinnovata la promessa di non dimenticare il tenebroso orrore del nazifascismo e la luminosa testimonianza della Resistenza, la promessa di continuare la lotta in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.

Al termine del silenzioso periplo, il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha letto alcuni testi di Primo Levi. E conclusa la lettura ha aggiunto, quale espressione di un comune sentire e di un impegno comune, alcune parole, qui di seguito riassunte.

''La memoria delle vittime della Shoah non e' soltanto un mesto atto di umanita', un pio gesto di fraternita', l'adempimento di un dovere di solidarieta' rivolto al passato: e' anche un impegno esistenziale, morale e civile per il presente e per il futuro. E' l'assunzione del dovere di resistere dinanzi all'inumano, e' la rivendicazione della dignita' umana dinanzi all'orrore, e' la manifestazione della volonta' di proseguire la lotta di quanti alla violenza nazifascista si opposero anche col solo consistere della propria identita' di esseri umani; e' la proclamazione della morale certezza che il male radicale del nazismo, e la banalita' del male del nazismo, la furia cieca e la minuziosa burocratica ferocia assassina del nazismo non prevarranno finche' vi sara' un'umanita' cosciente dei suoi doveri, della sua responsabilita'.

 E' l'affermazione della consapevolezza che la Resistenza oggi si chiama nonviolenza: impegno concreto e coerente in difesa dell'umanita' intera e di ognuna delle persone che la compongono; impegno cosciente che uccidere e' sempre un male, e che quindi a tutte le uccisioni occorre opporsi; impegno cosciente che tra i mezzi e i fini vi e' lo stesso rapporto che vi e' tra il seme e la pianta, e che quindi il male puo' essere contrastato solo col bene; impegno cosciente che la regola aurea di tutte le relazioni umane e' quella che dice tratta le altre persone come vorresti essere trattato tu, riconosci le altre persone come vorresti essere riconosciuto tu, agisci come vorresti che agissero le altre persone verso di te''.






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