ANNO 14 n° 79
Uil Viterbo: ''Imu/Tasi: quasi mille euro pagati per le seconde case''
17/01/2018 - 16:59

VITERBO - ''In Italia a dicembre sono stati versati 10,2 miliardi di euro per il saldo dell'Imu/Tasi, per un conto complessivo di 20,3 miliardi di euro. A Viterbo il costo complessivo per le seconde case è stato di 927 euro ciascuna''. Questi i dati che emergono dal Rapporto Imu/Tasi 2017 elaborato dal Servizio Politiche Territoriali della Uil. A dichiararlo è Giancarlo Turchetti, segretario generale della Uil Viterbo.

Oltre 25 milioni di proprietari di immobili, diversi dall'abitazione principale, (il 41% sono lavoratori dipendenti e pensionati) si sono presentati alla cassa per l'acconto dell'Imu/Tasi. Il costo medio complessivo dell'Imu/Tasi su una seconda casa ubicata in un capoluogo di provincia è stato di 1.070 euro medi, con punte di oltre 2 mila euro nelle grandi città.

''Se si prendono in considerazione i costi dell'Imu/Tasi sulle prime case cosiddette di lusso (abitazioni signorili, ville e castelli) – prosegue Turchetti – sempre ubicate in un capoluogo di provincia, il costo medio è di 2.610 euro (1.305 euro con il saldo), con punte di oltre 6 mila euro. Chi possiede una seconda pertinenza dell'abitazione principale della stessa categoria catastale (cantine, garage, posti auto, tettoie) ha dovuto versare l'Imu/Tasi con l'aliquota delle seconde case con un costo medio annuo di 56 euro (28 euro con il saldo), con punte di 110 euro annui''.

''La media dell'aliquota applicata per le seconde case tra Imu e Tasi - commenta il segretario confederale Uil Guglielmo Loy - ammonta al 10,4 per mille e in molti Comuni (480 municipi di cui 18 Città capoluogo) è stata confermata 'l'addizionale Tasi' (fino a un massimo dello 0,8 per mille), introdotta per finanziare negli scorsi anni le detrazioni per le abitazioni principali, così da portare in questi Comuni l'aliquota fino all'11,4 per mille''.

''Il tema della tassazione sulla casa – sottolinea Loy - pone la questione se, e come, alleviare il peso per i contribuenti meno abbienti e, conseguentemente, chiedere un contributo maggiore a chi ha più disponibilità. Tuttavia, prima di parlare di una reintroduzione di tasse sulle prime case sarebbe il caso di partire dalla revisione dei criteri che regolano i valori catastali che non significa maggiori preliev, ma una diversa e più equa ripartizione del prelievo sugli immobili. Ovviamente – conclude Guglielmo Loy – sempre accompagnando questo processo con una lotta 'senza se e senza ma' all'evasione fiscale. Nel contempo va, però, riequilibrato il rapporto Stato/enti locali in tema di fiscalità, dando certezze alle istituzioni locali e ai contribuenti puntando alla riduzione della pressione fiscale''.







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