ANNO 14 n° 114
Truffe in tabaccheria,
presa banda attiva
anche nel Viterbese
24/11/2015 - 02:00

LIVORNO – Stesso copione, stessa truffa: incastrata la banda che, quasi quotidianamente per un mese intero e nelle tabaccherie di mezza Italia entrava chiedeva al proprietario dell’esercizio commerciale di ricaricare la poste-pay di qualche centinaia di euro e poi, a transazione eseguita, si dava alla fuga. Come riporta il quotidiano Il Tirreno, sono state 5 le truffe, di cui 2 tentate, avvenute il 27 ottobre scorso, in varie tabaccherie del centro per le quali la Questura di Livorno ha individuato e denunciato due 23enne pluripregiudicati e una ragazza di 17 anni, tutti di origine romena e tutti residenti in Versilia.

Indagini approfondite hanno poi permesso di accertare che la banda, in pochi giorni, e, in alcuni casi, utilizzando tessere sanitarie poi risultate rubate, si erano resi responsabili di truffe anche a tabaccai nella Tuscia, a Certaldo, Poggibonsi, Prato, Agliana, Ceparana e in provincia di Spezia. A dare il via all’inchiesta, coordinata dal pubblico ministero Antonio Di Bugno, le denunce di 5 diversi gestori di tabaccherie che, nello stesso giorno, avevano presentato altrettante querele nei confronti di tre persone con uno spiccato accento dell’Europa dell’est, che si erano fatti ricaricare una carta Poste-pay, per 100, 200 e 400 euro ciascuno. Entrati in tabaccheria, la tecnica utilizzata dai truffatori era sempre la stessa: dopo aver mostrato la tessera sanitaria intestata a un italiano, si facevano ricaricare la carta. Poi, uno dei complici si allontanava, con la scusa di andare a cercare una moneta da due euro in auto, importo dovuto per la transazione, mentre l’altro attendeva nel negozio per accertarsi che l’operazione andasse a buon fine. Poi, con un pretesto, anche il complice si allontanava per poi scappare a bordo di un’auto, a bordo della quale lo aspettavano gli altri. Le due postepay individuate, erano state ricaricate per un valore intorno ai 5mila euro.






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