ANNO 14 n° 110
Truffa, peculato e abuso d’ufficio, parte il processo per l’ex comandante Cuneo
Alla sbarra anche un'imprenditrice, rigettate tutte le eccezioni della difesa
06/06/2018 - 05:25

VITERBO – Truffa, peculato, abuso d’ufficio e falso. Partito il processo per l’ex comandante Massimo Cuneo, a capo della stazione dei Carabinieri di Tuscania. Assieme a lui alla sbarra l’imprenditrice Marinella Menichetti, accusata di falso in concorso. Secondo la Procura, la donna, titolare di un’impresa edilizia, avrebbe fatto spendere molti più soldi del dovuto al Comune di Tuscania per alcuni lavori effettuati all’interno della caserma, il cui immobile è di proprietà pubblica.

Per questo il Comune si è costituito parte civile.

Ieri, davanti al collegio presieduto dal giudice Silvia Mattei la prima udienza di ammissione prove, preceduta da un paio di eccezioni sollevate dalle difese dei due imputati, gli avvocati Fabrizio Ballarini e Pierluigi Mancuso per Cuneo e Emilio Lopoi per Menichetti.

Tutte rigettate dal collegio, le parti avevano chiesto, oltre alla nullità della citazione a giudizio per l'imputata, che il pubblico ministero titolare del fascicolo, la dottoressa Paola Conti, venisse dichiarata incompatibile: ''Sono in corso presso il tribunale di Perugia delle indagini che vedono coinvolti il pubblico ministero e l’ex comandante Cuneo, come parte offesa – ha spiegato l’avvocato Mancuso – per questo chiediamo che il pm venga estromesso''.

A rispondere all’eccezione il collega Franco Pacifici: ''Dobbiamo ringraziare il pubblico ministero per il lavoro svolto. Non ha fatto altro di ciò che doveva fare''.

Indagini, intercettazioni e arresto compreso.

La vicenda è iniziata l'11 febbraio 2015 quando Massimo Cuneo, per sette anni alla guida della caserma di Tuscania, è stato arrestato su richiesta del pm Paola Conti. Sottoposto ai domiciliari, era stato rimesso in libertà dopo un mese. Il capitano dell'Arma, trasferito dal 2014 al Nucleo antifrodi di Roma, era finito al centro delle indagini dalla procura viterbese per delle presunte ''soffiate'' ad alcuni imprenditori. Intercettato per altri motivi, si sarebbe tradito rivelando ad alcune aziende ''amiche'' degli imminenti controlli che stavano per subire.

A ottobre dello scorso anno il rinvio a giudizio. Il processo entrerà nel vivo alla prossima udienza, fissata per luglio in cui cominceranno a sfilare in aula i primi testimoni.





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