ANNO 14 n° 89
Truffa, minacce, calunnia
prescritti tutti i reati
per carabiniere atleta
Prosciolto Michele Alessi, 40 anni,
insegnante di arti marziali a Viterbo
26/10/2014 - 15:16

VITERBO – Processo prescritto per Michele Alessi, 40 anni, carabiniere e insegnante di arti marziali residente a Viterbo, ritenuto autore di una truffa con minacce legata alla sua attività di istruttore di Krav Maga in una palestra di Orbetello; era anche accusato anche di calunnia. La seconda sezione penale ha notato che la data ultima di commissione del reato è il dicembre 2006, cioè oltre i 7 anni e i 6 mesi indicati per la prescrizione (giugno 2014, ndr). E così, senza dare inizio al dibattimento di secondo grado, ha dichiarato il non doversi procedere, chiudendo le pendenze di Alessi, assistito dall'avvocato Walter De Santis.

Quest’ultimo aveva presentato appello contro la condanna pronunciata l'anno scorso in primo grado, quando Alessi era stato condannato a 1 anno e 8 mesi (pena sospesa) dal Tribunale di Orbetello. Alessi doveva rispondere della falsificazione di volantini pubblicitari e di aver raccontato di essere un istruttore in possesso di attestati e stage all'estero nel campo delle arti marziali e più precisamente per quello che riguarda la federazione italiana di Krag Maga.

Avrebbe indotto due uomini di Porto Ercole a iscriversi ad alcuni corsi di difesa personale pubblicizzati attraverso dei volantini nei quali era riportato lo stemma della Federazione italiana di Krav Manga. I due portoercolesi avevano versato in tutto 140 euro.

Alessi avrebbe poi falsamente accusato di minacce e diffamazione uno dei due portercolesi in una denuncia presentata ai carabinieri di Orbetello nel novembre 2006. L'aspirante allievo gli avrebbe dato del truffatore proprio in relazione all'insegnamento dell'arte marziale e di difesa. Da qui l’accusa di calunnia.

A dicembre del 2006 risale infine l'ultimo episodio: Alessi avrebbe minacciato l'allievo dicendo che avrebbe sparso la voce di essere stato aggredito in palestra sia verbalmente sia fisicamente. In quell'occasione l'autorità, trattandosi di un carabiniere, avrebbe creduto a lui e non agli altri ragazzi.





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