ANNO 14 n° 111
Il mercato del sabato Tre esempi confermano: le onde gravitazionali esistono
di Andrea Arena
13/02/2016 - 02:01

di Andrea Arena

VITERBO – Adesso che hanno scoperto con certezza l’esistenza delle onde gravitazionali noi viterbesi non abbiamo più alibi. Nel buco nero ci siamo sempre stati e continueremo pure a starci – l’abbiamo persino arredato, il buco nero -, una space oddity, in una stramberia stellare, che se non ci rende geniali, ci dà comunque quel tocco di originalità che non guasta mai.

Esempio numero uno. La settimana si è aperta con il Comune (quel palazzo lì, con quella gente lì) che riprendeva possesso del teatro Genio. Un posto che ha fatto la storia di questa città e che giaceva semiabbandonato, sporco e insalubre da qualche tempo. Palazzo dei priori ha fatto quello che avrebbe fatto qualsiasi buon padre di famiglia che ha nelle sue disponibilità vari locali, li affitta, e con gli affitti spera di contribuire al mantenimento della famiglia. E visto che il localone in questione, il Genio, non fruttava (perché la società che lo aveva in gestione era leggerissimamente in arretrato con le rate, nonostante la pigione fosse fissata in mille euro al mese, alla faccia di Affittopoli), il Comune se lo è ripreso. Giusto, no? No, qui a Viterbo – dove i buchi neri inghiottono tutto, persino il senno – è sbagliato. Sarebbe stato meglio che il Genio fosse rimasto così, balena arenata sul bagnasciuga di piazza delle Erbe. Perché? Forse per usarlo a mo’ di clava (magari prendendo la balena per la coda e agitandola) nei confronti dello stesso Comune, che non faceva nulla per riprendersi il Genio. Stai attento, o ti prendo a balenate.

L’inazione fa più comodo dell’azione, certo, e il calcio all’italiana era sì ''poco spettacolare, ma ha vinto un sacco di trofei''. Questa si può anche chiamare filosofia dell’onanista, e i residenti della graziosa cittadina dell’alta Tuscia stavolta non c’entrano niente. Magari c’entra qualche altra cosa – vedi alla voce ''affari''– ma non è questo il punto.

Esempio numero due, a proposito di football. L’allenatore della Viterbese Federico Nofri Onofri, un ragazzo serio e pacato che non viene dalla Svizzera ma da Perugia, pareggia in rimonta la partita di domenica a Castiadas. Apri cielo. Cacciamolo, questo, qui. Bruciamolo nella pubblica piazza. Facciamolo allo spiedo. Consigliamo al Comandante Camilli di ingaggiare l’ennesimo allenatore, ''tanto lui ha esonerato pure Allegri e Sarri, figuriamoci se non licenzia questo''. E via così, di autolesionismo. Con il piccolo particolare che la Viterbese è seconda in classifica a due punti dal primo posto (occupato fino alla scorsa settimana, del resto), la squadra non gioca male – forse risente soltanto di un po’ di stanchezza in qualche elemento – e soprattutto durante la gestione del perugino al bacio ha inanellato 17 risultati utili e una sola sconfitta. Ma vuoi mettere il gusto di vederlo cacciare? E la solita tiritera ''e adesso chi prendiamo, e adesso chi arriverà, e che modulo utilizzerà''. Questo invece si chiama cupio dissolvi.

Esempio numero tre, a proposito di cupio dissolvi. C’è una crisi in Comune che va avanti da sessanta giorni e che nessuno sembra aver intenzione di risolvere. Si va avanti tra rinvii e rimpalli (che palle, i rimpalli) e lettere non a Jacopo Ortis, ma a nuora perché suocera intenda. Il tutto di un patetico clamoroso, perché se fosse stata gagliarda, la crisi, ci saremmo pure divertiti. E invece neanche questo sappiamo fare, noi sperduti in una space oddity e senza neanche più un Bowie a farci compagnia.





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