ANNO 14 n° 111
La la lunga e lenta agonia del lago di Bracciano
I Comuni: meno riproduzione dei pesci, stress biologico e cattivi odori
25/04/2017 - 20:27

VITERBO - Il lago di Bracciano sta lentamente scomparendo. Colpa della siccità e dell’intervento dell’uomo, che sempre più ostinatamente preleva dal cratere vulcanico, litri e litri d’acqua per far fronte alle necessità idriche di Roma e Civitavecchia, il livello del lago si sta abbassando vertiginosamente. Fino ad arrivare ad un calo di un metro e venticinque centimetri.

A metà strada tra il capoluogo viterbese e la capitale, lo spettro d’acqua della Tuscia, famoso in tutta la penisola per la sua biodiversità e peculiarità, sta lasciando il posto ad una distesa di terra secca e sassi. Una fotografia triste e desolante, quella che appare agli occhi di tutti e che niente ha ormai più da condividere con lo spettacolare panorama mozzafiato che fino a pochi anni fa offriva a turisti e curiosi. Ma non solo, anche ad appassionati di sport acquatici e pescatori, che si rifugiavano nell’ottavo lago più grande d’Italia per dare libero sfogo ai loro hobby.

 

CONTINUA SU VITERBOPOST.IT






Facebook Twitter Rss