ANNO 14 n° 109
Tentato omicidio, via
al processo d'appello
per Giorgio De Vito
Si apre oggi a Roma
28/10/2016 - 02:00

ROMA – Oggi parte il processo d’appello per tentato omicidio nei confronti di Giorgio De Vito, assistito dall’avvocato Enrico Valentini. Dopo due rinvii, uno a ottobre 2015 per difetto di notifica e uno ad aprile scorso perché mancavano le cuffie, indispensabili per l’imputato che è affetto da sordità quasi totale, il 40enne napoletano torna in aula. Già condannato a diciassette anni per l’omicidio di Marcella Rizzello, De Vito è stato giudicato il 5 giugno 2012 con rito abbreviato e condannato a sette anni e quindici giorni di reclusione con l’esclusione dell’aggravante della minorata difesa e la sussistenza dell’attenuante per semi infermità mentale per aver tentato di uccidere il rivale in amore, l’operaio di Fabrica di Roma Emiliano Liberati.

Il fatto risale a sei anni fa, tre mesi dopo l’omicidio di Marcella Rizzello, all’epoca ancora un giallo irrisolto. È il 12 maggio 2010. De Vito attira la ex, Mariola Michta e il nuovo compagno, Liberati appunto, nel suo appartamento e, accecato dalla gelosia, aggredisce entrambi a colpi di coltello e di scimitarra, che teneva nascosta sotto il letto. I due, De Vito e Liberati, entrambi feriti dopo la colluttazione, il primo a una mano e il secondo anche alla schiena e al viso, finiscono in manette.

Ma per la difesa, che oggi proverà a ottenere l’assoluzione dell’imputato o, quantomeno, una sensibile riduzione di pena anche in virtù della capacità di intendere e di volere fortemente scemata dell’imputato al momento dei fatti, come stabilì all’epoca un pool di periti, la ricostruzione di quel 12 maggio di sei anni fa non convince. Né per la dinamica né per l’attendibilità di Liberati e della Michta. Rientrato in casa, De Vito ha sorpreso i due e, spaventato, ha reagito: legittima difesa quindi e sì lesioni personali gravissime ma non tentato omicidio. Di qui il ricorso in appello che, dopo due rinvii, verrà discusso oggi a Roma.





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