ANNO 14 n° 88
Sutri č da un mese
senza acqua potabile
Arpa Lazio: i valori di arsenico negli acquedotti comunali sono fuori norma
17/08/2018 - 02:01

VITERBO - Acque agitate e piene di arsenico in quel di Sutri. Secondo le analisi chimiche effettuate lo scorso 5 luglio da Arpa Lazio, il valore di arsenico nelle acque degli acquedotti comunali supera la soglia massima prevista dalla legge di 10 mcg/l.

In due delle tre fontanelle in cui sono stati effettuati i campionamenti del personale Ausl, i valori raggiungono e superano il doppio del limite consentito: 13 mcg/l in piazza San Francesco, 20 mcg/l in via dei Condotti e 25 mcg/l in via Monte della Guardia.

Una situazione d'emergenza che ha costretto l'amministrazione comunale, con una ordinanza del 23 luglio firmata del vicesindaco Casini (Sgarbi era assente, ndr), a vietare l'utilizzo per uso potabile dell'acqua erogata dagli acquedotti ''Pian della Jella'', ''Condotti'' e ''Campo Sportivo''. Il consumo è consentito solo per gli impianti tecnologici e l'igiene domestica.

''L'intervento di ripristino di tutti gli impianti di dearsenificazione – si legge nel documento – è già in corso'' ma ad oggi (16 agosto, ndr) la situazione non è cambiata di una virgola. E la polemica, diventata rovente, divampa in paese. Sotto accusa l'amministrazione per la mancanza di un piano di assistenza per i cittadini. ''A Bracciano il Comune aveva tempestivamente organizzato il rifornimento di acqua nelle case per mezzo di cisterne'' fa notare un utente su Facebook.

A buttare benzina sul fuoco ci pensa poi il capogruppo di opposizione Lillo Di Mauro:

''A Sutri da circa un mese i cittadini – scrive il consigliere –, a causa dei valori di concentrazione di arsenico superiori ai limiti previsti, non usufruiscono del bene comune acqua e sono costretti ad acquistare acqua minerale per uso alimentare.

Considerando che i tempi di sostituzione dei filtri si stanno allungando – continua –, e non ne comprendiamo i motivi, chiediamo che sino al rientro delle concentrazioni dei parametri arsenico e fluoruri entro i valori limite dell'acqua erogata, venga attuato da parte del comune un piano di emergenza che preveda un approvvigionamento di acqua conforme stimabile in almeno 5/6 litri per abitante al giorno.

Inoltre – aggiunge – riteniamo necessaria una capillare e trasparente informazione a tutti i cittadini con divieto assoluto per chiunque di divulgare notizie relative alla potabilità dell'acqua fino alla revoca dell'ordinanza sindacale di non potabilità.

In tal senso – conclude Lillo Di Mauro – si richiama il regio decreto n. 1265/1934 e s.m.i. (Testo unico sulle leggi sanitarie) che istituisce l'obbligo a carico dei Comuni di fornire a tutti i cittadini l’acqua potabile. La legge n. 36/1994 (la c.d. Legge Galli) che ha confermato il carattere pubblico delle acque superficiali e sotterranee (art. 1) e l'art. 97 del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.(Codice dell'ambiente) che riafferma il principio della pubblicità dell'acqua''.






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