ANNO 14 n° 114
Stupro al pub, il gip: ''Nessuna consapevolezza del delitto commesso''
I due ventenni: ''Non capiamo perché ci abbia denunciato'', no ai domiciliari
20/07/2019 - 05:05

VITERBO – (b.b.) ''Non capiamo perché ci abbia denunciato, forse si è risentita perché l’abbiamo ripresa'' o ''forse ha pensato di non essere stata trattata bene''. Hanno chiesto di essere ascoltati venerdì scorso dal giudice per poter chiarire la loro posizione e chiedere, così, la scarcerazione. Ma per Francesco Chiricozzi e Riccardo Licci, nonostante il parere favorevole del pm, non c’è stato alcun alleggerimento della misura. A deciderlo il giudice Savina Poli, anche alla luce delle parole dei due ventenni accusati di aver ripetutamente violentato e ripreso una 36enne viterbese, approfittando del suo stato di semicoscienza.

Nonostante i due abbiano scelto di farsi interrogare e si siano dichiarati ''pentiti, hanno continuato a sostenere la tesi secondo cui la notte dei fatti non si sarebbero resi conto dello stato in cui versava la persona offesa quando è stata abusata''. Spiega il gip nelle tre pagine di motivazioni in cui rigetta le richieste dei legali dei due ragazzi.

''Appare palese che le dichiarazioni rese non esprimono vera resipiscenza o presa d’atto del gravo fatto delittuoso di cui si sono resi protagonisti, anzi siano strumentali alla richiesta di alleggerimento delle custodie cautelari'',

''La diffusione del video della violenza – che ha sicuramente aggravato l’offesa arrecata alla vittima – è sintomo, al pari della condotta pregressa, di allarmante spregiudicatezza e di senso di impunità, nonché palese espressione di un atteggiamento di spregio verso l’altrui persona, ancora una volta trattata come un oggetto da esibire e mortificata nella sua dignità''.

In carcere dallo scorso 29 aprile, Francesco Chiricozzi e Riccardo Licci avrebbe abusato di una 36enne viterbese, dopo averla incontrata in una pizzeria e poi convinta a seguirli all’interno di un pub in piazza Sallupara gestito da militanti di Casapound.

E a distanza di tre giorni dal secco no alla scarcerazione dei due ventenni accusati di violenza sessuale di gruppo, arriva anche la replica delle difese dei due ventenni.

''Siamo sorpresi della decisione del giudice di negare ai due ragazzi gli arresti domiciliari. Specialmente perché non ne condividiamo le motivazioni – sottolinea l’avvocato Marco Valerio Mazzatosta – inizialmente per lo stesso pubblico ministero esisteva il pericolo di inquinamento delle prove. Ma ora, che anche la presunta vittima è stata ascoltata in fase di incidente probatorio, che rischio c’è di inquinare le prove?''.

''Che noi sappiamo – prosegue – non rimane da fare alcun atto di indagini, siamo solo in attesa che la Procura fissi l’udienza per il rito immediato''.





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