ANNO 14 n° 89
Stroncato traffico internazionale di cocaina: 7 arresti
In carcere una banda italo-albanese. L'inchiesta coordinata dalla Dda di Roma
13/06/2019 - 15:45

VITERBO – Una banda dedita al traffico internazionale di cocaina è stata smantellata nelle scorse ore dalle forze dell’ordine di Viterbo nell’ambito di un’inchiesta denominata “Operazione Underground” coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Roma.

Inchiesta partita a settembre del 2015 quando un cittadino macedone, in preda alla disperazione e profondamente impaurito, si è rivolto agli inquirenti denunciando di essere stato vittima di un violento pestaggio e di un sequestro di persona a scopo di estorsione. In particolare, lo straniero, al quale sono state cagionate fratture multiple (giudicate guaribili in 25 giorni), dopo aver confessato di essere inserito in un contesto di traffico di stupefacenti, autoaccusandosi di aver spacciato dette sostanze, ha riferito che un gruppo di albanesi, presso i quali si era rifornito di droghe, lo avevano prelevato con l’inganno e condotto in una zona di campagna, dove era stato picchiato selvaggiamente e minacciato con una pistola per costringerlo ad onorare il debito maturato per l’acquisto a credito dello stupefacente. Le successive indagini hanno consentito agli investigatori di accertare l’esistenza di un’associazione, capeggiata anche dal cittadino albanese Bledar Shtembari, finalizzata al traffico di sostanza stupefacenti, composta prevalentemente da cittadini albanesi irregolari. Costoro, in maniera organizzata, importando cocaina dal Belgio, immettevano, attraverso una rete di pusher¸ cocaina sul mercato di Viterbo e di alcuni centri della Provincia, quali Canepina e Vignanello. 

L’attività di occultamento e preparazione della droga per lo smercio era particolarmente sofisticata, sempre orientata ad evitare di incappare nei controlli delle forze dell’ordine. Lo stupefacente, infatti, giunto a Viterbo, veniva “tagliato”, suddiviso in dosi e posto in barattoli di vetro, con all’interno riso per preservarlo dall’umidità. I contenitori, quindi, venivano occultati in zone di campagna, dove poi venivano prelevati nei momenti immediatamente antecedenti la consegna ai vari clienti.

Gli inquirenti sono riusciti a monitorare i movimenti degli indagati, individuando anche i luoghi di occultamento dello stupefacente. In una circostanza, rinvenuto un barattolo contenente diverse decine di grammi di cocaina di ottima qualità (in alcuni casi con un grado di purezza del 91%), hanno sostituito – per non pregiudicare le indagini - lo stupefacente (sequestrandolo) con della farina.

Nel corso delle indagini sono state ricostruite transazioni di ingenti quantitativi di droga, sequestrandone una piccola parte pari a 700 grammi di cocaina. Sono stati, inoltre, sequestrate cospicue somme di denaro ed eseguiti arresti e denunce.

A finire in carcere:

Bledar Shtembari, detto Bledi, cittadino albanese di anni 44, irregolare sul territorio nazionale, con pregiudizi penali e gravitante a Viterbo da anni. Quest’ultimo, destinatario della misura della custodia cautelare in carcere, risulta essere il promotore e l’organizzatore, unitamente ad altri soggetti al momento resisi irreperibili, occupandosi in prima persona anche dei viaggi in Belgio per l’approvvigionamento dello stupefacente;

Armand Cuni, cittadino albanese di anni 44, irregolare sul territorio nazionale, con pregiudizi penali e gravitante, anch’egli, a Viterbo da anni, è destinatario della misura della custodia cautelare in carcere. Costui, nell’ambito del sodalizio, riveste il ruolo di partecipe, occupandosi dello smercio al dettaglio;

Angelica Cazzato, cittadina italiana di 32 anni, residente a Viterbo, con pregiudizi penali, è destinataria della misura cautelare degli arresti domiciliari. Costei si riforniva di stupefacenti dal sodalizio, rivendendola nell’ambito di una propria attività di spaccio;

Rudenc Medolli, cittadino albanese di 37 anni, residente a Terni, con pregiudizi penali, è destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari. Costui si riforniva di stupefacenti dal sodalizio, rivendendola nell’ambito di una propria attività di spaccio;

Domenico Pennacchietti, cittadino italiano di 37 anni, imprenditore edile, residente a Vitorchiano, con pregiudizi penali, è destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari. Costui si riforniva di stupefacenti dal sodalizio, rivendendola nell’ambito di una propria attività di spaccio;

Massimiliano Petrucci, cittadino italiano di 55 anni, residente a Soriano nel Cimino, con pregiudizi penali, è destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari. Costui si riforniva di stupefacenti dal sodalizio, rivendendola nell’ambito di una propria attività di spaccio.

Un altro indagato, Erjon Collaku, cittadino albanese di 37 anni facente parte dell’associazione in trattazione, è stato localizzato in Spagna, motivo per il quale il gip di Roma ha emesso il Mae (mandato di cattura europeo) per consentire l’esecuzione della custodia cautelare in carcere. Quest’ultimo provvedimento, grazie alla collaborazione con il servizio di cooperazione internazionale di polizia del Ministero dell’Interno e delle autorità di polizia spagnole, è stato eseguito presso l’aeroporto di Barcellona mentre era in procinto di imbarcarsi per raggiungere altro paese europeo.

Gli indagati devono rispondere a vario titolo di traffico e detenzione di stupefacenti, associazione finalizzata al traffico di droga, sequestro di persona a scopo di estorsione (art. 630 c.p.), lesioni personali aggravate (artt. 582, 585 c.p.), porto d’arma da fuoco ( art. 12 e 14 D.lvo 497/1974) ed estorsione (art. 629 c.p.).





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