ANNO 14 n° 110
Stretta sui crediti ''deteriorati'' delle banche
De Simone, Confartigianato: ''Una scelta folle, la politica si svegli''
06/10/2017 - 10:35

VITERBO - Riceviamo e pubblichiamo da Confartigianato Viterbo:

Menomale che il ministro Padoan aveva detto che ''il sistema bancario è solido e il peggio alle spalle'' altrimenti sarebbe preoccupante che da due giorni i titoli delle principali banche italiane stiano subendo drastiche flessioni. Cali questi avvenuti dopo che la Bce ha fornito agli istituti bancari le istruzioni su come trattare i ''crediti deteriorati'', cioè quelli che rischiano di non essere restituiti dai clienti, cosa diversa dalle cosiddette ''sofferenze'', che sono invece i crediti ormai inesigibili.

Per capire il problema bisogna partire dal presupposto che nei bilanci delle banche questi crediti deteriorati devono essere coperti in base al rischio di poterli o meno incassare. Oggi nel sistema ce ne sono circa 250 miliardi coperti con un accantonamento del 52%, cioè per ogni 1000 euro prestati le banche contano di rivederne 480. La Bce ha chiesto che dal 1 gennaio 2018 questi crediti, se non assistiti da garanzia ipotecaria, vadano coperti con accantonamento del 100% entro due anni. Se dopo questo lasso di tempo non saranno stati recuperati, varranno zero.

Secondo il direttore di Confartigianato imprese di Viterbo, Andrea De Simone: ''Questo potrebbe comportare un’immediata nuova stretta sui prestiti, ingenerando nelle banche la fretta di classificare subito come deteriorati questi crediti per non incappare nelle nuove misure dal 2018. Si interromperebbe di fatto il faticoso ripristino di condizioni di normalità nel mercato del credito. Facciamo salti mortali - continua De Simone - con gli strumenti a nostra disposizione, ovvero con i confidi, mettendo la nostra garanzia sulle linee di credito per le imprese e facendoci carico quando le cose vanno male della metà del credito. Attraverso il micro credito da pochi mesi prestiamo direttamente piccole somme fino a 35000 euro alle nuove imprese, facendole uscire dalla nostra sede con l’assegno in mano quando l’idea imprenditoriale lo merita. Le scelte suicide dell’Europa rischiano di vanificare tanti sforzi. Alla politica – conclude il direttore – chiediamo di farsi sentire in modo netto e deciso altrimenti fare credito alle piccole imprese diventerà quasi impossibile, cosa che rappresenta l’esatto contrario di quello che serve ad un sistema economico che sta lentamente provando ad uscire dalla crisi''.






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