VITERBO – Strano ma vero. Ieri nel centro della città quasi inesistente la presenza di immigrati che vendevano calzini e mercanzia varia e spariti del tutto quelli che di solito presidiano supermercati e bar.
Una coincidenza singolare. Come se, dopo il clamore e gli articoli sul manifesto ''Viterbo non è un albergo'', si fossero passati voce che il clima in città poteva essere incandescente.
Una circostanza che porterebbe a presupporre, come sostenuto anche da alcuni consiglieri comunali, che dietro ci possa essere qualcuno ad orchestrare la loro presenza nei luoghi maggiormente frequentati dove è più probabile ricevere qualche obolo.
Di sicuro non un’azione di motu proprio visto che molti di loro conoscono pochissime parole in italiano. Giusto quelle 4/5 che servono per chiedere soldi o cibo.
Più probabile invece, se davvero dovesse esistere un’organizzazione che pianifica il tutto, che chi li gestisce dopo aver dato un’occhiata alla stampa, ai siti online e ai social network abbia scelto di tenere un basso profilo. Almeno per ieri.