ANNO 14 n° 88
''Stagione esaltante,
e non mi fermo qui''
Il racconto di Alessandro Rossi
bomber della Lazio Primavera
26/06/2015 - 02:00

di Tommaso Crocoli

VITERBO - Si presenta con il sorriso sulle labbra, accompagnato dallo storico amico e manager Simone Pastori che lo segue dai tempi del Pianoscarano. La carriera di Alessandro Rossi è iniziata qui, sui campi della Tuscia, prima di emigrare a Roma dove sta costruendo le fortune della Lazio. Una stagione esaltante, quella appena conclusa con la Primavera biancoceleste, nella quale il giovanissimo attaccante si è ritagliato uno spazio crescente a suon di gol pesanti come macigni.

''All'inizio il campo non l'ho visto tantissimo, è vero. Ma per me era già una stagione da ricordare: indossare la maglia della Primavera, scendere in campo anche se spesso partendo dalla panchina era comunque motivo di orgoglio. Mi dicevo: 'Va bene così, servirà a crescere e fare esperienza'. Poi è successo quello che è successo''.

È successo che avete vinto Coppa Italia e Supercoppa e siete arrivati fino alla finale scudetto. E tu sei stato grande protagonista

''La svolta è stata in Coppa contro la Juventus, squadra fortissima contro la quale partivamo nettamente sfavoriti. Lì, nonostante non abbia segnato, ho giocato una grandissima partita ricevendo tanti complimenti. Ho capito che con la giusta determinazione, la rabbia e l'applicazione potevo fare qualcosa di importante. E l'ho dimostrato subito, entrando in campo contro l'Avellino carico come non mai e andando in rete quattro volte''

Poi i gol contro il Palermo, l'Inter, la Roma in semifinale. Tutte reti decisive per il cammino della Lazio

''Ho segnato gol incredibili, penso a quella col Palermo all'ultimo istante dei supplementari dove mi sono buttato sul pallone con tutta la forza che avevo sperando in un miracolo. Ma la forza è di tutta la squadra, siamo stati tosti in ogni momento della stagione, sapevamo che anche contro formazioni più quotate potevamo dire la nostra''

Che emozione è stata decidere un derby all'Olimpico?

''Se ci ripenso ho ancora i brividi. La corsa verso i tifosi, il loro sguardo con gli occhi fuori dalle orbite mentre esultavano per una mia rete. Una gioia unica, che mi ha ripagato di tanti sacrifici. Entrare e decidere una partita dalla panchina non è facile, serve tanta forza interiore e concentrazione per ripetere quanto provato in settimana. Io ho sempre dato il massimo, ero il primo ad arrivare e l'ultimo a lasciare il campo durante ogni allenamento. E alla fine, ho raccolto i frutti del mio lavoro.

Resterai alla Lazio anche la prossima stagione?

''Sì, resterò qui per continuare a migliorarmi e crescere seguendo i consigli di chi mi sta intorno. Il mio obiettivo ora è giocare di più e segnare ancora più reti. E poi sogno di esordire all'Olimpico con la prima squadra della Lazio''

Qual è il segreto dietro la tua esplosione?

''Devo tanto a Simone Inzaghi, mister che quest'anno mi ha dato molto. Ma soprattutto a Massimiliano Farris, uno che a Viterbo è di casa (ex Viterbese) e che mi ha fatto crescere tantissimo mentalmente e tatticamente. Era capace di tenermi ore e ore a ripetere certi movimenti, certe giocate. Il gol con l'Inter nei quarti di finale, per esempio, è frutto di quanto provato in settimana. Senza di lui non sarei maturato così in fretta''

Com'è stato passare dal Pianoscarano, fucina di talenti e punto di riferimento tra le realtà viterbesi, alla Lazio?

''Sognavo da sempre di fare il calciatore, nonostante da ragazzo praticassi un po' tutti gli sport. Quanto sono andato a Roma per un provino e mi hanno tenuto per altri tre mesi ho capito che quello sarebbe stato il mio futuro. È stata dura all'inizio: facevo il pendolare da Viterbo, accompagnato dalla mia famiglia, soltanto quest'anno ho preso casa nella capitale. Ma non mi sono mai fatto spaventare''

Che rapporto hai con la Tuscia?

''Un legame unico, questa è la mia terra, qui ho la mia famiglia, i miei amici, la mia fidanzata. Ogni volta che posso torno qui, per me con Viterbo esiste un legame indissolubile. E poi c'è la festa di Santa Rosa, la più bella del mondo''

Allora ci rivediamo il 3 settembre

''Certo. Verrà anche Farris, e non è una novità, e con lui ci sarà Simone Inzaghi. Io glielo chiedevo sempre scherzosamente, mio padre Sandro, facchino da trent'anni e ora capofacchino, l'ha invitato ufficialmente. Alla fine ha detto sì''.







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