ANNO 14 n° 110
Speleologi nella Canepina sotterranea
per verificare i danni dell'alluvione
Sotto il paese si snodano circa 1,5 km di gallerie in cui scorrono tre torrenti
21/09/2011 - 14:55

I circa 1.500 metri di tunnel che attraversano in tutte le direzioni il sottosuolo di Canepina, nei quali scorrono tre torrenti, sono stati ispezionati da due speleologi inviati dal settore tutela del suolo dell’assessorato all’Ambiente della Regione Lazio. Scopo dell’ispezione, verificare se l’alluvione dell’altra notte abbia arrecato danni alle strutture portanti, creato cumuli di detriti e fango che potrebbero rallentare il deflusso dell’acqua. Inoltre, i due tecnici hanno anche verificato se si siano formate infiltrazioni d’acqua che potrebbero compromettere le fondamenta degli edifici lambiti dai tunnel e lo stato delle reti fognanti che vi scaricano i liquami.

Secondo quanto si è appreso, la situazione a parte alcuni punti di criticità, sarebbe tutto sommato accettabile e, comunque, non sarebbero stati individuate situazione di pericolo immediato. Insomma, ci sono degli interventi da compiere ma il sistema dei tunnel è ancora efficiente.

I due speleologi, in particolare, hanno documentato dei comuni di detriti e fango a monte del paese, in particolare sotto il vicolo 1 di via Viterbo, che è stato l’epicentro dell’alluvione. In un paio di circostanze sono stati individuate aree d’infiltrazione che potrebbero interessare le fondamenta di vecchi edifici e alcuni innesti di scarichi fognari approssimativi. La situazione più critica – per questo sarà sottoposta a una nuova verifica domani o nei prossimi giorni – è quella individuata a valle della cascata di una decina di metri che il torrente compie sotto piazza Cavour, dove l’acqua potrebbe ristagnare per circa un metro di altezza e quindi creare infiltrazioni in una zona densamente edificata .

Canepina è contraddistinta da un’orografia complicatissima. Il paese sorge di fatto sopra tre speroni, divisi tra loro dalle profonde forre scavate dai torrenti, soprattutto dalla Ripa. Soprattutto nel Dopoguerra, con la costruzione delle “coperture” dei fossi, sono stati eliminati i ponti che mettevano in comunicazione i vari settori e il paese ha assunto l’aspetto attuale.

La portata del torrente principale, la Ripa, è stata notevolmente ridotta all’inizio del secolo, quando la sua sorgente fu imbrigliata per alimentare l’acquedotto che ha assicurato per decenni l’approvvigionamento idrico a tre comuni: Canepina, Vignanello e Vasanello.

Dal punto in cui i tre fossi che attraversano Canepina confluiscono nello stesso letto, il torrente prende il nome di Rio Maggiore. E proprio da lì in giù che la situazione, come vedremo in un altro articolo, la situazione del post alluvione è disastrosa.

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