ANNO 14 n° 89
Spaccio nella movida viterbese, al via il processo per Dervishi e un imprenditore viterbese
In otto alla sbarra, per loro scattarono gli arresti nel maxi blitz del 2015
22/06/2019 - 06:41

VITERBO – (b.b.) Spacciavano cocaina nei locali notturni del viterbese, potendo contare su una ricca clientela di ogni estrazione sociale. Al via il processo per otto dei sedici arrestati nel maxi blitz dei carabinieri che, all’alba del 20 luglio 2015, portò allo smantellamento di una fitta rete di spaccio attiva tra Viterbo, Roma, Amelia, Perugia e Agropoli.

Alla sbarra, tra tutti, anche un imprenditore viterbese e Sokol Dervhishi, l’operaio albanese 33enne, da anni residente a Viterbo, finito agli arresti lo scorso 25 gennaio, nella retata antimafia sfociata nell’operazione Erostrato. Attualmente detenuto nella sezione di massima sorveglianza del carcere di Badd’e Carros di Nuoro, in Sardegna, era presente ieri mattina in aula, di fronte al giudice Gaetano Mautone.

Su tutti gli otto imputati l’accusa di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti: secondo gli inquirenti, la banda, formata da sedici persone, avrebbe venduto cocaina all’esterno dei locali notturni, dei bar, delle discoteche e dei night club più modaioli ed esclusivi del capoluogo. Droga da consumare ‘’al volo’’, sui cofani delle auto parcheggiate nelle vicinanze e poi da pagare in seguito, per evitare grossi movimenti di soldi, che sarebbero risultati sospetti.

A far scattare le indagini e il successivo blitz dell’operazione ‘’Sbiff’, un caso di estorsione e furto all’interno di un bar di Bagnaia: disattivate le telecamere di videosorveglianza e scassinate le slot machine, si scoprì che i ladri avrebbero minacciato uno dei soci, costringendolo a consegnare loro gli incassi e a trasformare quel locale nella base di smercio e stoccaggio della cocaina.

Si tornerà in aula a metà aprile del 2020.





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