ANNO 14 n° 116
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Sospesa e non chiusa
la corsa fantasma
Francigena non va a Roccalvecce
29/07/2016 - 02:00

di Stefano Mecorio

VITERBO - All'estero (così dicono sempre i capiscioni) si sono più o meno organizzati in questo modo: in virtù del fatto che la natalità cresce talmente tanto lenta che ormai siamo un continente per soli vecchi, diverse ditte di trasporti hanno venduto i propri autobus. Oh, tranquilli, il servizio è assicurato. Al posto dei pesanti e costosi bus si preferisce far circolare semplici automobili (o piccoli furgoni). Che a comperarli si spende bene. Che la manutenzione è decisamente economica. E se non bastasse le vetture vengono accese solamente 'su chiamata'. La vecchina del paesello alza il telefono, prenota la corsa, ed aspetta sotto la pensilina in piazza la Punto di turno che arriva a caricarla. Funzionale, pratica, non esosa.

In Italia, con sincerità, una manovra di tale tipo è da considerarsi pura fantascienza. Figuriamoci poi a Viterbo, laddove il tempo non passa manco sugli orologi con pila appena sostituita.

Succede così che il trasporto pubblico urbano, catalogabile sotto il nome di Francigena, sovente attraversi le arterie di asfalto con zero (o pochi) passeggeri a bordo. O ancora, peggio, che a fronte del vuoto cosmico ci siano poi anche i pienoni. Tipo ad ora di pranzo. Quando tutti rincasano affamati e stipati stile sardine del Nord.

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