ANNO 14 n° 88
''Ma quale penna infilata nel sedere...''
Due carabinieri in servizio a Fabrica finiscono davanti al giudice
22/10/2016 - 02:01

FABRICA DI ROMA - Un richiamo scritto. Poi una relazione. Infine una denuncia per calunnia. Sono questi i capitoli di una guerra combattuta a colpi di note istituzionali tra due carabinieri in servizio a Fabrica di Roma. 

Tutto comincia il 16 marzo del 2010, a seguito di una regolare ispezione. 

''Eravamo in servizio io e un collega - ha spiegato al giudice, il maggiore dei carabinieri, L.B.I. - e siamo andati a controllare la situazione in un'abitazione sotto protezione, dove due carabinieri stazionavano quotidianamente in un gabbiotto''.

In servizio, quel giorno, V.E. e V.M., oggi imputato per calunnia. ''Quando siamo arrivati, mi sono reso conto che V.M. non era del tutto in ordine. Aveva la barba lunga, incolta''.

Una trascuratezza, da parte degli uomini dell'Arma, che non può passare inosservata, e così la redazione di una riservata. ''Ho scritto una nota, lasciata in busta chiusa nel fascicolo del collega: ho descritto il suo aspetto, quello che ho trovato al momento dell'ispezione. Nulla di più'', ha sottolineato. 

Ma deve essere stato proprio questo presunto sgarbo nei suoi confronti a scatenare nell'appuntato V.M. la reazione. ''Se vuole la guerra, guerra sia'', avrebbe detto il carabiniere mentre redigeva e consegnava al proprio comandante una relazione a sua firma. 

''Nel documento mi accusava di avergli infilato nel sedere una penna durante l'ispezione - ha spiegato L.B.I - quando in realtà gli ho solo fatto notare che aveva la barba lunga''. Un'accusa non caduta di certo per terra: a prenderla in carico la procura militare di Roma che ha aperto un fascicolo a carico del maggiore. 

''Dopo che la mia posizione è stata archiviata - ha concluso quest'ultimo - ho denunciato il mio sottoposto per calunnia. Non potevo accettare che mi si muovessero certe vili accuse''.

Se ne riparlerà l'anno prossimo.






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