ANNO 14 n° 89
''Sollevate e fermi'' anche all'arrivo
È successo solo una volta nella storia, durante il Trasporto del 1986
28/08/2016 - 12:46

di Flavia Ludovisi

VITERBO – ''Sollevate e fermi'' anche a Santa Rosa, a fine Trasporto. Per la seconda volta nella storia, quando Gloria arriverà sul sagrato della basilica, un minuto per riprendere fiato e poi, come a San Sisto, al grido di Sandro Rossi, i facchini innalzeranno ancora la Macchina. ''Ma sarà una spinta diversa rispetto a quella della partenza – spiega il capo facchino ai suoi uomini durante l’assemblea di stamattina alla ex chiesa della Pace - Più potente, più veloce, più forte. La dedicheremo ai sopravvissuti al terremoto che ha devastato parte del centro Italia come incitamento per risollevarsi dal dramma che stanno vivendo''.

È successo solo una volta, il 3 settembre 1986, quando, dopo un Trasporto estenuante, la Macchina ha rischiato di crollare proprio all’arrivo, a Santa Rosa appunto. Una tragedia sfiorata. E nel panico generale, Nello Celestini prende in mano la situazione. Ordina ai facchini di rimanere ai propri posti e dà di nuovo il ''sollevate e fermi''. La Macchina si rialza, barcolla ma alla fine si stabilizza. E il prossimo 3 settembre, dopo 30 anni, Sandro Rossi lo griderà di nuovo, ''anche per i familiari dei facchini che aspettano Gloria all’arrivo'', aggiunge.

E a parte questa novità sarà un Trasporto eccezionale veramente il secondo di Gloria. Intanto, come già annunciato, sarà dedicato a Nadia Benedetti, l’imprenditrice viterbese morta nell’attentato di Dacca, in Bangladesh, e alle vittime del sisma del 24 scorso. Le girate, invece, come sempre, per i facchini scomparsi nell’ultimo anno. Trasporto speciale anche perché, per il Giubileo, il percorso si allunga fino alla fine di via Marconi e stamattina il presidente del Sodalizio Massimo Mecarini e il capo facchino Sandro Rossi hanno illustrato tutti gli accorgimenti, le variazioni e gli appuntamenti in vista del 3. Presenti, oltre a tutti i facchini, anche la consigliera Maria Rita De Alexandris, il presidente emerito del Sodalizio e figlio del mitico Nello Lorenzo Celestini e il costruttore di Gloria Vincenzo Fiorillo.

Primo punto: i tempi. Stretti, strettissimi quest’anno. ''Con l’orologio alla mano'', dice Mecarini. Il 3 appuntamento al duomo alle 12,30. Dal boschetto si parte alla volta di Santa Rosa alle 19,30 al massimo e la fiaccola arriverà a San Sisto durante la benedizione del vescovo in chiesa, non dopo come lo scorso anno. La speranza è concludere il Trasporto entro mezzanotte. Difficile ma non impossibile.

I cambi in formazione. Sostituzioni, indispensabili per affrontare il nuovo tratto del percorso, sia all’andata che al ritorno. A piazza del Teatro, quindi, tre ciuffi, una spalletta fissa e una aggiuntiva cedono il posto a cinque altri facchini, scelti per anzianità e per misure. Alla fine di via Marconi stesso discorso: sotto alla Macchina altrettanti nuovi facchini. Finito il tratto straordinario, sempre a piazza del Teatro, tornano al proprio posto i ciuffi e le spallette veterani.

Facchini che entrano e facchini che lasciano. Sono nove le nuove leve e come da tradizione durante l’assemblea si presentano a tutta la squadra. Due, invece, i facchini che si fanno da parte e non senza commozione. Sono Angelo Floris e Franco Taratufolo. Quest'ultimo, con la voce rotta, ha preso la parola e ringraziato tutti. Quello di sabato sarebbe stato il suo 40esimo Trasporto. Applauso immenso. La famiglia è la famiglia.

C’è anche un altro facchino, ma onorario, quest’anno. È Leonardo Bonucci, il calciatore della Juventus e della Nazionale perché, parole del presidente Mecarini, ''ha dato lustro a Viterbo e a Santa Rosa. Ha accettato con entusiasmo – spiega – e presto, compatibilmente con i suoi impegni, verrà organizzata la cerimonia ufficiale con la consegna della divisa da facchino''. 

Impossibile, poi, non aprire la parentesi cene in piazza, che si sono concluse venerdì scorso coi complimenti e i ringraziamenti del presidente Mecarini: ''Una macchina organizzativa perfetta - commenta – Non siamo stati fortunati con il tempo. La riuscita delle prime due sere è stata condizionata dal freddo e dal vento ma ci siamo rifatti. L’incasso finale è di 800 euro in meno rispetto al 2015, ma grazie agli sponsor alla fine abbiamo raggiunto la stessa cifra. Un applauso a tutti i facchini che hanno lavorato senza sosta e un grazie di cuore a tutti i viterbesi che hanno fatto anche due ore di fila pur di cenare con noi. Tutto, sempre, per la solidarietà''.

Dopo l’assemblea, il rinfresco. E inutile dire che, prima di sciogliere le righe, nella ex chiesa della Pace si è levato il primo, tradizionale e sempre bellissimo: ''Evviva Santa Rosa!''.





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