ANNO 14 n° 89
Smascherata banda delle banche
Cinque rapinatori seriali arrestati dai carabinieri del comando provinciale
24/11/2015 - 13:13

VITERBO – Non erano le spiagge del film ''Point Break'', come le maschere usate durante le rapine che hanno messo a segno negli ultimi mesi avrebbero potuto far pensare, ma la bassa Tuscia la zona scelta dai cinque rapinatori seriali, tutti romani e con una lunga esperienza criminale alle spalle (uno di loro risulta persino essere figlio di un appartenente alla Banda della Magliana, un altro è stato già condannato per tentato duplice omicidio ed evasione), arrestati questa mattina all’alba dai carabinieri di Viterbo, in collaborazione con i colleghi di Civita Castellana e con le unità cinofile di Ponte Galeria, in un’operazione denominata appunto ''The Mask'' che ha visto il coinvolgimento di 60 uomini dell’Arma, impegnati anche in numerose perquisizioni in luoghi ritenuti i covi del sodalizio criminale, tra Tivoli e Morlupo.

CLICCA QUI PER VEDERE TUTTE LE IMMAGINI DELL'OPERAZIONE

Cinque, dunque, gli arrestati, tra i quali una donna, psicologa e compagna di un componente della banda, tutti tradotti in carcere con l'accusa di rapina aggravata in concorso, sequestro di persona, ricettazione, furto e danneggiamento. Quattro di loro erano già sottoposti a misure alternative, mentre un sesto rapinatore è al momento invece ancora ricercato. L’attività investigativa da parte dei carabinieri, sotto l’egida del procuratore D'Arma e del pm Fanti, ha consentito di disarticolare un’associazione per delinquere responsabile di diverse rapine ai danni di istituti di credito del centro Italia. Nello specifico, l’indagine ha preso spunto dalla rapina del 22 luglio 2015 all’Unicredit di Vasanello, seguita da quella al Banco di Spoleto di Narni del 24 agosto e da quella alla BCC di Nepi lo scorso primo ottobre.

''I criminali, tutti sulla cinquantina tranne uno, hanno scelto la Bassa Tuscia per le rapine perché ritenuta una zona dove operare, scappare e non essere riconosciuti è più facile – spiega il colonnello Mauro Conte, comandante provinciale dei carabinieri di Viterbo, durante la conferenza di questa mattina insieme al capitano Giovanni Martufi del nucleo investigativo, al tenente Simone Vecchiarello e al maggiore Anna Patrono della compagnia di Civita Castellana -. ''The mask'' si è rivelata un’indagine complessa, che ci ha portato a identificare e sgominare un’importante batteria di rapinatori romani, tutti pluripregiudicati e con spiccata personalità criminale, esempi di quel pendolarismo criminoso che si sta riscontrando tra la Capitale e il Viterbese''.

Lo scorso 22 luglio i banditi hanno fatto irruzione alla Unicredit di Vasanello, con indosso maschere e parrucche e in mano mazze e bastoni con cui hanno minacciato coloro che erano all’interno della filiale, prima di chiuderli in bagno. Un colpo valso ai rapinatori 20mila euro. ''Nessun elemento ci permetteva di identificarli – continua Conte -, l'unica cosa su cui lavorare erano le autovetture utilizzate. Da li abbiamo iniziato l’indagine''. Il modus operandi è emerso essere sempre lo stesso: una coppia, uomo e donna, compiva un sopralluogo qualche giorno prima del colpo. Entravano in banca, facevano foto agli ambienti per poi relazionare su sistemi sicurezza, telecamere, banconi, cassaforte e numero del personale interno. Altri si occupavano di reperire autovetture ''pulite'' per la fuga, rubandole o affittandole per renderle il collegamento con la banda il meno visibile possibile. Spesso i banditi usavano, al posto dei guanti, anche la colla sulle dita per non lasciare impronte. ''Dal controllo a tappeto su tutte le telecamere della provincia – aggiunge il comandante Conte -, ci siamo imbattuti in auto sospette e stringendo il cerchio siamo arrivati al mezzo usato per la prima fuga, componendo a mano a mano il puzzle delle indagini''. La svolta è avvenuta a seguito della rapina di Narni del 24 agosto, dopo un inseguimento da Orte fino alla barriera di Fiano Romano, dove due banditi sono stati fermati e arrestati dai carabinieri, con conseguente recupero del bottino di 8mila euro e persino dell’acetone per togliere la colla sulle mani e delle chiavi usate per chiudere in bagno dipendenti e clienti della banca oggetto del colpo. In seguito si è accertato che il gruppo criminale ha messo a segno anche la rapina di Nepi del 1° ottobre.

''Oltre agli arresti stamattina sono state eseguite parecchie perquisizioni in diversi quartieri di Roma – continua Conte -, al Prenestino, al Trionfale e alla Magliana. Uno dei banditi, sorpreso a casa della compagna, anche lei coinvolta e arrestata, era già ricercato con mandato europeo per rapina, e ha tentato di sfuggire alla cattura nascondendosi dentro il cassettone del letto insieme al suo dobermann. Per chiudere il cerchio sulla banda manca l’arresto del sesto componente, ma siamo fiduciosi di rintracciarlo e fermarlo nelle prossime ore''. Ai carabinieri di Viterbo sono giunte, tra le tante, anche le congratulazioni del comandante generale dell’Arma, Tullio Del Sette, viterbese di nascita, per la buona riuscita dell’operazione, utile anche a sventare tre colpi in preparazione tra la Tuscia e la provincia di Perugia.

''Abbiamo dimostrato – conclude il colonnello Conte – che contro il crimine esiste una cerniera ferma tra Viterbo e Roma e che la Tuscia non è così facilmente aggredibile come i rapinatori credevano''. Le indagini proseguiranno adesso per accertare altri collegamenti con rapine avvenute sia in passato che in tempi più recenti.





Facebook Twitter Rss