ANNO 14 n° 115
Sigilli a pasticceria degli orrori, riforniva anche bar della provincia di Viterbo
L’irruzione dei carabinieri del Nas dopo la segnalazione di un altro esercente
27/01/2020 - 10:24

 

VITERBO - ‘’Cucine da incubo’’ è un eufemismo.

Basta dare un’occhiata alle immagini divulgate dai carabinieri del Nas per capire il motivo del sequestro di una pasticceria di Torre Spaccata, alla periferia est di Roma.

Il laboratorio dolciario, gestito da un indiano, riforniva molti locale della Capitale, ma anche delle province di Viterbo e Rieti per i prezzi concorrenziali praticati: i mignon, ad esempio, venivano rivenduti alla metà del prezzo comunemente applicato da altri laboratori dolciari.

La segnalazione era arrivata ai militari del Nucleo antisofisticazioni dalla concorrenza: un altro esercente ha fatto presente che nella pasticceria in questione non veniva rispettata la normativa sull’indicazione degli allergeni presenti nei prodotti. Nessuno poteva immaginare che quello denunciato era l’ultimo dei problemi. I gestori, infatti, hanno violato tutte le più basilari norme igieniche. All’interno del laboratorio dolciario i carabinieri hanno trovato allineati per terra secchi e bacinelle - di norma usati per lavare i pavimenti - pieni di crema pasticcera e panna con cui si farcivano i pasticcini e le torte. Uno in particolare ha fatto accapponare la pelle anche agli investigatori specializzati in questo tipo di sopralluoghi: era colmo di uova sode sgusciate, con le quali venivano riempiti sandwich e tramezzini. Sempre per terra, sopra uno strato di sporcizia incrostata e di polvere, c’era un secchiello pieno di salsa di pomodoro. Sulle piastrelle vicino, schizzi rossi, neanche fosse la scena di un delitto.

Per non parlare poi dei fornelli, ricoperti di grasso stratificato. Probabilmente i fuochi non venivano puliti da mesi. Gli stessi pentoloni erano incrostati e contenevano un olio diventato color marrone, per quante volte era stato fritto.

I Nas, insieme agli operatori della Asl, hanno sospeso l’attività e irrogato una sanzione di 5.000 euro. Il gestore, di origine indiana, aveva già in passato subito provvedimenti analoghi.






Facebook Twitter Rss