ANNO 14 n° 116
''Si nascondevano nelle intercapedini e agivano dopo l'orario di chiusura''
In sei a processo per associazione a delinquere: avrebbero
rubato oltre 70mila euro in sale scommesse e bingo
07/03/2019 - 00:55

VITERBO – (b.b.) Sarebbero stati incastrati dalle immagini della videosorveglianza e dalle telefonate nelle quali, inconsapevoli di essere intercettati, si sarebbero messi d’accordo su dei sopralluoghi da fare e su attività commerciali da colpire. E razziare.

Con un metodo tanto semplice quanto efficace: nascondersi all’interno dei negozi, attendere l’orario di chiusura e poi, dopo aver schermato gli allarmi, rubare tutto ciò che di

Per questo in sei sono finiti a processo per associazione a delinquere. Numerosi i furti, che vengono loro contestati, messi a segno a cavallo del 2009 e il 2010: tutti di nazionalità rumena e all’epoca dei fatti di età compresa tra i 25 e i 40 anni, sono stati arrestati in flagranza di reato l’11 febbraio del 2010 ad Acilia.

''Sapevamo che quel giorno avrebbero colpito il bar nella piazza centrale del paese – ha spiegato uno dei carabinieri che per mesi ha seguito gli spostamenti della banda – così ci simo appostati e lì abbiamo aspettati. Alcuni erano fuori a fare da palo, uno era già nascosto all’interno e aveva messo insieme un bottino da oltre 80mila euro. Altri due li abbiamo scovati in casa assieme alla refurtiva di alcuni colpi precedenti: 10mila euro e numerosissimi ticket restaurant asportati da un’azienda romana''.

Nel mirino della banda, a Viterbo, il centro scommesse Snai e la sala bingo di via Garbini, dai quali i sei malviventi avrebbero rubato oltre 70mila euro.

''Ad accumunare la serie di furti una particolarità che non è passata inosservata – ha concluso il carabiniere – in nessuno dei locali era stata manomessa la serratura delle porte. Poi abbiamo scoperto perché: uno della banda si nascondeva all’interno dell’esercizio commerciale, approfittando delle intercapedini e addirittura anche dei condotti dell’aria, poi, dopo l’orario di chiusura, schermava l’allarme e chiamava in aiuto i complici''.

Dopo dieci anni dagli arresti, il processo è finalmente entrato nel vivo. Si tonerà in aula a giugno.






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