ANNO 14 n° 114
''Si intitoli una stanza del tribunale a Enzo Colasuonno''
La proposta dopo il cordoglio per la morte dello storico vigilante del palazzo di giustizia
04/12/2021 - 16:04

di Andrea Stefano Marini Balestra

VITERBO - Il Tribunale di Viterbo è una grande famiglia. Ci si conosce tutti, il saluto reciproco non è una “prassi”, ma qualcosa di sentito, di vero, di naturale.

Il primo saluto sulla porta del Palazzo di Giustizia da ormai tanti anni ce lo ha sempre dato Enzino, al secolo Oronzo Colasuonno vigilante di un noto istituto di sicurezza cittadino. Impeccabile nella sua uniforme, pistolone alla cintura, svelto, abile nel riconoscerci tutti, mai mancava di metterci a nostro agio anche nei terribili giorni del lockdown dove gli ingressi erano centellinati.

Io, nel mantenuto personale multiruolo impegno nel Tribunale, prima come avvocato, poi giudice di pace ed oggi giornalista avevo diuturna occasione di incontrarlo.

Lui sapeva che la mia discendenza paterna era di allevatore di cavalli, quindi mi raccontava dei suoi che montava alla buttera con la sella maremmana, poi, per me conoscitore di armi, della sua semiautomatica Beretta (un po’ pesante) che aveva al fianco, fino alle uscite in barca sul lago. Restavamo a chiaccherare sempre per qualche minuto, anche se mai perdeva lo scopo del suo mestiere, cioè vagliare l’ingresso, invitare gli sconosciuti a depositare sul video scanner gli effetti personali e borse.

Mi dispiace aver declinato un ripetuto invito a casa sua per un’annunziata scorpacciata di pietanze da lui preparate.

Veramente il volto buono del poliziotto. Abile a capire chi fosse potenzialmente pericoloso e chi assolutamente no. Mai spocchioso per vestire una divisa, mai arrogante, un vero collega per Silvano e Mirella che insieme a lui gestivano gli ingressi controllati nel palazzo. Era anche un punto di riferimento per gli occasionali visitatori che a lui si rivolgevano per conoscere la dislocazione degli uffici. Infatti, svolgeva con competenza, (manca un ufficio U.R.P in Tribunale), alcune funzioni non previste per il suo incarico, per es.: indirizzare i testi nell’aula giusta, dare le indicazioni per accedere gli uffici ed anche con quali documenti presentarsi per chiedere un certificato penale, un carico pendenti ed a quale piano stesse la Procura o l’archivio.

Non sarà facile dimenticarlo per noi “cittadini” del Tribunale.

Ma, perché non lo sia facilmente nel tempo, faccio una proposta.

Facciamo intitolare al suo nome: ''Enzo Colasuonno – guardia giurata-'' la stanzetta tecnica attigua all’ingresso, proprio quella piena di schermi della videosorveglianza che lui scrutava con professionalità insieme ai colleghi ed ai carabinieri. Nel suo ricordo e nel suo esempio lavoreranno tutti quelli saranno chiamati a svolgere il delicato compito di garantire la sicurezza del Palazzo di Giustizia.






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