ANNO 14 n° 116
Diverso è uguale Sesso e disabilità: basta con i tabù
>>>>> di Pierpaolo Napoli <<<<<
23/12/2014 - 02:00

di Pierpaolo Napoli

VITERBO - Sono davvero tanti gli argomenti che vengono in mente quando si parla di disabilità ma ce ne è uno che ogni volta che viene trattato crea davvero un dibattito molto accesso all’interno dell’opinione pubblica: sto parlando del rapporto dei disabili con l’amore e in particolare con la sessualità.

I luoghi comuni anche qui si sprecano e c’è proprio bisogno che qualcuno che come me si trova all’interno della situazione si metta a raccontare e spiegare che, dopotutto, l’amore è sempre amore e che anche da una sedia a rotelle si può amare qualcuno. Soprattutto non bisogna mai dare nulla per scontato e arrendersi di fronte a nulla! Dovrebbero imparare, certe persone, che per un disabile il sesso non è un tabù né tanto meno una cosa impossibile o un'eresia, e soprattutto che siamo persone e per noi l’affetto conta e anzi è la cosa più importante di tutte. Proprio il fatto di trattare gli altri come diversi fa sì che ancora oggi, nel 2014, si stia ancora qui a parlare di ''diversità''.

Volete sapere che ne penso di questa parola? Che mi hanno insegnato a tal proposito? Prima di tutto ognuno di noi è diverso dall'altro, è più alto, più basso, qualcuno è meno magro, qualcun altro porta gli occhiali, altri sono castani e altri hanno magari gli occhi verdi. Insomma, la diversità fa parte della vita di tutti, che lo si voglia o no. Allora perché non fare in modo che questa parola venga usata nella maniera più giusta?

E’ passato il tempo in cui la diversità era un vero e proprio problema, anzi direi che non è mai esistita perché era solo annidata nella testa ottusa e ristretta di certe persone! Spero che molto presto questa parola venga utilizzata non più in maniera impropria come ora. Sempre per portarvi sotto gli occhi un esempio di ciò che succede negli altri paesi europei, quindi intorno a noi, ma che nessuno vi dirà mai in tv: nel Regno Unito il governo ha istituito molti fondi proprio per fare in modo che i disabili che vogliono e chiedono di provare a esplorare fino in fondo la loro sessualità, come persone normalissime, possano tranquillamente farlo. Pagano per chi non ha modo di provare da solo, proprio perché in situazione di disabilità, determinate prestazioni ovviamente di tipo sessuale. Tutto ciò ovviamente è una cosa impensabile attualmente in Italia!

Una figura molto discussa, che è comparsa negli Stati Uniti, è la così detta ''terapista sessuale'': non una prostituta, ma una vera e propria professionista. Per chi non lo sapesse, non si occupa dell’atto sessuale in sé e per sé, ma aiuta la persona che gli si rivolge a scoprire la propria sessualità, ad ascoltare il proprio corpo, e si occupa della parte umana e affettiva che è la cosa più importante di tutte!

Le persone che decidono di fare questo lavoro non vanno criticate ma supportate: troppo facile fare i moralisti, puntare il dito e dire ''No, per i disabili il sesso è tabù e così deve restare perché non si può fare altro! Purtroppo non tutti hanno la fortuna di poter fare ciò che vogliono e i disabili rientrano in questa categoria''. Mi dispiace ma io non ci sto!

Per fortuna qualcuno oltre me si è posto il problema, e ha deciso di portare in Senato un disegno di legge che finalmente porti l’arrivo anche in Italia dell’assistente sessuale, facendo in modo di mettere nero su bianco e legalmente quello che è un diritto innegabile per tutti! Spero presto la legge passi e, finalmente, si arrivi al pari di tutti gli altri paesi europei... Ora vi do appuntamento al prossimo articolo!





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