ANNO 14 n° 111
Sergio Urbani dirigerà l’Accademia di Teatro a Salerno
Il regista è stato scelto per la 28° edizione dell'evento
10/08/2015 - 11:38

E’ Sergio Urbani, il regista scelto in ambito nazionale dalla Federazione Teatrale Italiana per guidare e dirigere l’Accademia di Teatro in occasione della 28° edizione della Festa del Teatro Nazionale che quest’anno si svolgerà a Salerno dal 20 al 27 settembre in collaborazione con il Comune di Salerno e l’assessorato alla cultura e all’università.

La FESTA DEL TEATRO è la manifestazione di punta che la F.I.T.A. organizza annualmente in prestigiosi luoghi d'Italia, coinvolgendo le regioni d'appartenenza. È un'attesa occasione di aggregazione, di conoscenza, di scambio di esperienze, e di approfondimento delle tecniche teatrali. I partecipanti giungeranno da ogni parte d'Italia e ad essi si aggiungeranno le delegazioni delle Federazioni europee iscritte alla COEPTA e al Cifta.

Durante la settimana di festa si potrà partecipare ad interessantissimi seminari e convegni sul teatro e su particolari tecniche teatrali, assistere a spettacoli di strada e di mimo, a brevi saggi di teatro, e visitare mostre e ateliers dove saranno esposte foto, costumi di scena e locandine degli spettacoli.

Fiore all’occhiello della manifestazione è l’ambita ACCADEMIA DEL TEATRO ITALIANO, riservata a 10 (in questa occasione 12) giovani attori provenienti da tutta Italia, dai 18 ai 25 anni, che si sono distinti in scena e successivamente sono stati selezionati dal regista, per affrontare con lui un intensissimo laboratorio, workshop, percorso, che si concluderà con la messa in scena di “Che cosa sono le nuvole?” di PierPaolo Pasolini, in occasione della serata finale della Festa. Sergio Urbani, giovane ma apprezzatissimo regista viterbese che tanto sta facendo parlare di sé e prossimo al debutto a Parigi con “Rigoletto” di Verdi dopo il successo de “La Traviata” sia in Francia che in Italia, ha voluto rendere omaggio ad una degli artisti più illuminati, controversi e coraggiosi del 900 proprio in occasione dei 40 anni dalla sua atroce ed ingiusta scomparsa. Pochi come Pasolini hanno saputo esprimersi con tanta passione e ispirazione, con altrettanta consapevolezza della solenne importanza di “dare tutto se stesso”, fino all’ultimo respiro.

Ed è proprio questo amore che costituisce il valore aggiunto della sua vita e della sua opera, rese per questo archetipiche e simboliche fino al limite estremo. E questo amore, ancora, rende più credibile la sua ricerca, la sua aspirazione, la sua domanda di “sacro”: la “scandalosa ricerca” matura e trova un terminale di senso nell’unione con il trascendente, nella consapevolezza di un collegamento creaturale con il numinoso nell’aspirazione alla bellezza, alla giustizia, al mistero, alla pietas, categorie che Pasolini rende antropologicamente più accessibili.

Una delle opere in cui più evidente si delinea la declinazione della sacralità è proprio il film “Che cosa sono le nuvole?”, ispirata allegoria sulla vita, in cui l’autore abbandona l’approfondimento ideologico per accarezzare soprattutto la dimensione poetica, attraverso la proposizione in chiave delicatamente surreale della tragedia shakespeariana Otello: ne sono interpreti alcune marionette parlanti, metà uomini, metà pupazzi.

I dodici giovani attori scelti, sei donne e sei uomini, sono: Arianna Lucarini (Lazio), Marezia Cazzolla (Puglia), Mariachiara Signorello (Sicilia), Giulia Vitiello (Liguria), Chiara Dalle Carbonare (Veneto), Claudia Locci (Piemonte), Davide Ceriali (Lombardia), Francesco Toni (Lazio), Giuseppe Calmo (Marche), Antonio Olivieri (Marche), Davide Roselli (Puglia), Mattia Lorenzini (Emilia Romagna).

 






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