TUSCANIA - Sarebbe stata segregata dal suo compagno all'interno dell'agriturismo, senza possibilità di usare cellulare né l'auto. E come lei, anche una seconda compagna di O.C., l'imprenditore agricolo di Tuscania finito a processo per violenza sessuale e maltrattamenti. Per le due donne, un unico destino: vittime dei modi bruschi da uomo padrone del compagno, avrebbero per mesi vissuto nella paura più totale.

Già alla sbarra per precedenti episodi di droga, questa volta le accuse a carico dell'imprenditore sono arrivate direttamente dalle sue ex compagne: una giovane dominicana e una dipendente dell'attività commerciale gestita dall'uomo.

''Mia figlia da quando lo aveva conosciuto non era più la stessa: della ragazza solare, espansiva e sempre sorridente non c'era più traccia. Era sempre agitata, nervosa e nemmeno ci chiamava più. Si drogava, persino''. E' il padre di una di loro a raccontare ai carabinieri la lenta e inesorabile trasformazione della ragazza, dopo l'incontro con O.C. e l'inizio della loro relazione. ''Era trasandata e sempre triste. Malcurata e senza amici: di fatto viveva all'interno di questo agriturismo, di questa proprietà bunker senza possibilità di parlare con l'esterno''. Neppure con i suoi genitori. Per lei, il divieto assoluto di avere amicizie.

Tutto, secondo la ricostruzione della procura, per colpa del compagno, che accecato dalla gelosia e dalla smania del possesso, la avrebbe tenuta segregata in casa.

E ora queste dichiarazioni, rese dal padre della ragazza e da lei stessa nel corso di una precedente udienza a carico dell'uomo, pesano come macigni. Perché dall'altra parte della sbarra, come parte civile rappresentata dall'avvocato Marco Valerio Mazzatosta, ora c'è la dominicana con cui O.C. avrebbe avuto una relazione dal 2015 e dal quale avrebbe subito lo stesso trattamento: anche lei segregata e tenuta prigioniera, ha trovato però il coraggio di denunciarlo.

Si tornerà in aula a fine ottobre.