TUSCANIA – (b.b.) Omicidio di Angelo Gianlorenzo, ancora intercettazioni contro il cognato 78enne Aldo Sassara.

''Se m’avevano trovato la maglietta, da mo che m’avevano arrestato'' avrebbe detto l’anziano il 24 agosto del 2016 in uno degli innumerevoli monologhi in auto registrati dagli inquirenti, facendo riferimento, secondo l’accusa, ai vestiti indossati durante l’omicidio di cui poi si sarebbe disfatto, facendo perdere ogni traccia.

E ora quell’intercettazione, sfuggita alla trascrizione assieme ad un’altra del 22 agosto 2016, dovrà essere messa nero su bianco a disposizione della Corte d’Assise.

Per questo l’esame del 78enne Sassara, unico imputato per l’omicidio volontario del cognato, che era in programma per ieri mattina, è slittato al prossimo 2 marzo.

Il corpo senza vita di Gianlorenzo venne ritrovato dal figlio il 14 agosto del 2016 nelle campagne tra Marta e Tuscania: martoriato da graffi e ferite, l’uomo sarebbe morto per un infarto a seguito del profondo stress psicofisico subito.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Sassara quella mattina lo avrebbe raggiunto in campagna e, dopo un violento diverbio legato ad una multa non pagata, lo avrebbe aggredito.

Poi dopo essersi cambiato e disfatti dei vestiti, sarebbe tornato in paese.

Ad inchiodare l'anziano all'accusa di omicidio, secondo la procura, ci sarebbero dei filmati delle telecamere di videosorveglianza che lo ritraggono all'alba del 14 agosto andare con il suo motorino verso il terreno di campagna e poi rincasare in un orario compatibile con quello della morte del cognato Gianlorenzo.

Con abiti differenti. Alcuni dei quali mai ritrovati. Come la maglietta di cui parlerebbe nell’intercettazione captata ad una manciata di giorni dall’omicidio dell'83enne e che per l’accusa diventa ora fondamentale.

''Se m’avevano trovato la maglietta, da mo che m’avevano arrestato''...