ANNO 14 n° 110
''Se chiudono Salus e Santa Teresa allora il personale deve passare alla Asl''
L'Usb: ''Dalla Regione attacco alla sanitą locale''. Chiesto un tavolo a Comune e Asl
01/10/2019 - 11:06

Dall'Usb di Viterbo riceviamo e pubblichiamo.

VITERBO - Dal primo gennaio 2020 le due cliniche Salus e Santa Teresa rischiano di non poter più operare perché la Regione ha reso operativo un decreto del 2006 in cui si intima la chiusura di quelle strutture che non raggiungono i 30 posti letto occupati.

Un danno enorme per Viterbo e provincia sia in termini assistenziali sia occupazionali. Le due cliniche infatti, in convenzione con l’ospedale Belcolle, raggiungono i 1400 accessi l’anno, a questi si aggiungono i lungodegenti che, sebbene inferiori al numero previsto dalla Regione, non troverebbero alcuna alternativa sanitaria.

Quasi 80 lavoratori, fra personale medico, infermieristico e Oss, perderebbero il loro lavoro e la professionalità acquisita in anni di esperienza al fianco di pazienti difficili. Le due cliniche offrono assistenza e vicinanza a persone lungodegenti, anziane e malate terminali.

Il sindaco di Viterbo, interrogato sulla questione, pone le sue speranze in una proroga come già concessa dalla Regione in questi anni. Questa risposta è assolutamente insufficiente: ''Se pur venisse concessa, per quest’anno, una proroga, questa dovrebbe essere soltanto un tampone intanto che i sindaci dei paesi coinvolti lottano per una soluzione definitiva che tuteli lavoratori e pazienti -ha dichiarato Aurelio Neri responsabile provinciale Usb Sanità -. La sanità non può più essere gestita come fosse una tabaccheria, non rispetti un mero numero deciso a tavolino, chiudi''.

L’Usb da anni denuncia la situazione ormai al collasso della sanità nella Tuscia e la necessità di reinternalizzare l’assistenza senza alcun riscontro istituzionale neanche a livello locale. ''Le strutture in convenzione incidono maggiormente sul bilancio della Regione – continua Neri – ma senza un investimento negli ospedali esistenti e in quelli in fase di chiusura è impossibile pensare che siano in grado di sostenere le legittime richieste di assistenza medica di tutto il bacino del viterbese. Gli ospedali di Viterbo, Civita Castellana e Tarquinia sono strutture vecchie e ormai insufficienti per far fronte alle richieste, il numero di medici, infermieri e di tutto il personale sanitario è ridotto di anno in anno. Diminuisce così la possibilità di operare con la dovuta professionalità, visto il rapporto fra un solo medico, o infermiere, e i pazienti''.

''Se la Regione vuole continuare su questa strada, come fin’ora ha dimostrato, sono le istituzioni del territorio insieme alle arti sociali a dover difendere in prima linea i diritti di lavoratori e pazienti'', conclude Neri.

L’Usb pretende dalla Regione soluzioni concrete, nessun lavoratore rimarrà a casa. Se l’intenzione è quella di chiudere definitivamente le due strutture Salus e Santa Teresa, tutto il personale operante all’interno va internalizzato, come dipendente diretto della Asl.

Il sindacato esorta il Comune di Viterbo e la Asl a convocare nel breve periodo un tavolo con le parti sociali per presentare in Regione una proposta forte e alternativa all’attuale sistema di gestione di tutto il comparto.







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