ANNO 14 n° 110
''Scrivere è passione,
lo farò ancora''
Marco Bocci al Paradosso con il libro
''A Tor Bella Monaca non piove mai''
25/06/2016 - 02:01

VITERBO – Affabile e alla mano, diretto e schietto nel dialogare con il pubblico. Non c’era il bagno di folla che ci si sarebbe aspettati per un personaggio tanto amato come lui, idolo delle fiction e protagonista anche di pellicole record di incassi al cinema, ma una buona e attenta platea ieri sera ha accolto al Paradosso l’attore Marco Bocci, ospite di Caffeina. Bocci, intervistato dalla giornalista Cristina Pallotta, ha presentato al festival il suo primo romanzo, ''A Tor Bella Monaca non piove mai'', uscito da poco tempo. Con lui non c’era la moglie, l’attrice Laura Chiatti, in attesa del loro secondogenito dopo la nascita nel 2015 del primogenito Enea.

Dalla recitazione alla scrittura, Marco Bocci (all'anagrafe Marco Bocciolini, 38 anni, di Marsciano vicino Todi, in provincia di Perugia) ha raccontato la genere del suo primo lavoro letterario: un giallo ambientato nella periferia romana, dove Mauro Borri, bravo ragazzo cresciuto ai margini della Casilina, tra i sottopassi e i casermoni di Tor Bella Monaca, sogna un’altra vita dopo che la fidanzata Samantha lo ha lasciato per un dottore. Quando muore sua nonna Giulia, capisce che per lui il futuro è grigio e opprimente come i palazzi che lo circondano. Così, quando gli amici di sempre Fabio e Domenico si imbattono nei loschi traffici di un cinese di nome Yun, Mauro si unisce a loro nella messa a punto del colpo destinato a cambiare le loro vite. Ma non è facile improvvisarsi cattivi… Bocci racconta così le storie della degradata periferia romana, dove la lotta contro il destino diventa quotidiana sopravvivenza.

''Scrivere è la mia passione – dice l’attore -, scrivo da sempre e questo romanzo ce lo avevo in mente da oltre tre anni. Ci ho lavorato a più riprese in questo lasso di tempo, ma quando mi ci sono dedicato per bene l’ho finito in quattro mesi, perché quello che volevo mettere nero su bianco era tutto scritto nella mia testa''. Anche l’ambientazione, il quartiere popolare romano di Tor Bella Monaca, è stata una scelta precisa legata alla storia che voleva raccontare. ''Conosco quel quartiere – spiega -, ci ho anche vissuto. Conosco anche gente che ci vive da sempre, era il posto ideale dove ambientare il mio romanzo''.

Bocci parla, risponde alle domande del pubblico – per lo più femminile, va detto! – e anche a quella di una bambina che gli chiede di scrivere anche libri per i più piccoli, non solo per i grandi. Poi confessa che questa sua fatica letteraria potrebbe non essere l’ultima: ''Non escludo – dichiara – di scrivere ancora’’. Infine, un ricordo di gioventù lo lega alla Tuscia e lo confessa al pubblico. ‘’Da ragazzo ho passato le mie estati per quindici anni in campeggio a Montalto – conclude -, e ne serbo un ricordo meraviglioso’’. Magari il prossimo romanzo il commissario Domenico Calcaterra potrebbe ambientarlo proprio lì.





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