ANNO 14 n° 110
Scontro sul decreto lavoro, il governo pone la fiducia
23/04/2014 - 09:33

Il decreto lavoro apre la prima crepa nella maggioranza. In un lungo vertice alla Camera, il ministro Giuliano Poletti prova a mediare tra le posizioni del Pd e di Ncd. Ma non c'è per ora intesa possibile. E il governo si vede costretto a blindare il provvedimento con la fiducia.

 

Ncd e Sc annunciano che diranno sì per un senso di responsabilità ma già promettono battaglia al Senato. 'Sui dettagli discutano quanto vogliono, ma alla fine si chiuda l'accordo', dice il premier Matteo Renzi. Che assiste da Palazzo Chigi allo scontro tutto interno alla sua maggioranza. Le polemiche, osserva in serata in un'intervista al Tg1, sono 'tipiche di un momento in cui si fa campagna elettorale'. Ma 'con rispetto della campagna elettorale, noi vogliamo governare', afferma. E 'non è accettabile non affrontare il dramma della disoccupazione. Stiamo discutendo se le proroghe debbano essere cinque o otto, sono dettagli. Con tutto il rispetto per chi deve fare campagna elettorale, noi pensiamo agli italiani'.

 

E per gli italiani, sottolinea anche il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, il decreto può 'accelerare il beneficio in termini di occupazione della ripresa' economica. Il governo è assolutamente convinto dell'urgenza di condurre in porto il testo varato un mese fa in Consiglio dei ministri. E verso l'ora di pranzo convoca un vertice alla Camera con i capigruppo della maggioranza, cui partecipano i ministri Maria Elena Boschi e Giuliano Poletti. Nel pomeriggio è previsto l'inizio delle votazioni in Aula ma Ncd e Sc alzano barricate contro il testo uscito dalla commissione: ad alfaniani e montiani non sono gradite le modifiche apportate dal Pd, con il via libera del governo, al testo uscito dal Cdm. E così il ministro del Lavoro si presenta ai capigruppo con una proposta di mediazione in tre punti. Poletti propone di trasformare in sanzione pecuniaria (come chiede Ncd) l'obbligo di assunzione introdotto per i datori di lavoro che superino il tetto del 20% di lavoratori 'a termine'. E propone che sia possibile scegliere tra la formazione per l'apprendistato aziendale o regionale.

 

Ncd, racconta Maurizio Sacconi, sarebbe favorevole alla proposta Poletti. Ma il Pd chiede a quel punto che si riducano da 5 a 4 i rinnovi possibili per i contratti a termine senza causale. Il braccio di ferro va avanti per due ore e mezza. Poi, quando in Aula sta per iniziare la seduta, al governo non resta che prendere atto che una mediazione non è possibile. La discussione sulle modifiche si riaprià al Senato. Il ministro Boschi annuncia la fiducia, mentre viene bocciata per appena 22 voti la richiesta del M5S di riportare il testo in commissione. 'C'è stata una strumentale alzata di scudi di carattere ideologico tra la sinistra del Pd e Ncd - riassume Andrea Romano, capogruppo di Ncd - Il clima della campagna elettorale è troppo pesante e impedisce di adottare leggi che migliorano il mercato del lavoro. Voteremo la fiducia - annuncia - per senso di responsabilità ma ci impegneremo al Senato affinché questo testo migliori ancora'.

 

A Palazzo Madama promette fuoco e fiamme Ncd: 'Voteremo la fiducia alla Camera ma non rinunciamo a dare battaglia', dice Nunzia De Girolamo. Sacconi si dice ottimista che al Senato le richieste di Ncd saranno accolte, per i diversi equilibri nella maggioranza. Ma se gli alfaniani accusano la sinistra Pd di essersi imposta e impedire una mediazione, Cesare Damiano replica: 'Gli emendamenti' in commissione 'sono stati sostenuti da tutto il Pd', con il via libera del governo. I botta e risposta polemici tra alleati di governo vanno avanti, ma Poletti è ottimista: l'esame del dl lavoro si è concluso rispettandone 'i contenuti fondamentali'. E 'le distanze sono limitate' ma soprattutto, 'non incolmabili'. Ma Renato Brunetta (FI) mette il dito nella piaga: 'Il governo non ha più la maggioranza ed i numeri per governare'

ansa.it

 






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