FARNESE - (b.b.) Un video che lo scagionerebbe. E' quanto intende depositare il prossimo 24 maggio la difesa dell'ultrà 36enne di Farnese finito in manette per gli scontri tra tifosi biancocelesti e forze di polizia prima della finale di Coppa Italia.
''C'è stato un clamoroso scambio di persona - ha sottolieanto l'avvocato Angelo Di Silvio, - nei video di quei drammatici momenti, si vede chiaramente come il mio assistito tenga una bandiera in mano, ma non lanci alcun oggetto''.
Tantomeno bottiglie molotov o sassi contro la polizia. Eppure ad un'ora esatta dal fischio di inizio di Atalanta-Lazio di mercoledì scorso, A.A., assieme ad altri quattro ultrà capitolini è finito in manette. Per tutti, accuse pesantissime: resistenza a pubblico ufficiale aggravata dal concorso, per cui si rischiano fino a 15 anni di carcere.
Ieri mattina di fronte al collegio di giudici romani, per il 36enne di Farnese è stato convalidato l'arresto e disposto l'obbligo di firma due volte a settimana nella caserma del suo paese.
Conosciutissimo in paese, il 36enne, che ha trascorso circa 48 ore all'interno di una cella del carcere di Regina Coeli, tra pochissimi giorni convolerà a nozze assieme alla madre di suo figlio. Intanto il 24 maggio dovrà comprarire di nuovo di fronte ai giudici capitolini: potrà scegliere se affrontare il giudizio ordinario o optare per riti alternativi.
Ieri mattina, in aula, è stato ascoltato il commissario capo Francesco Silvetri: ''E' sicuro che le persone fermate siano le responsabili dei tafferugli, ma i video che depositeremo, smentiscono del tutto la ricostruzione fatta - ha sottolineato il legale Di Silvio - indossava uno smanicato beige. E intorno a lui altre decine di persone vestite alla stessa maniera''.
Nel piccolo centro di Farnese, intanto, tutti sarebbero pronti a giurare sulla sua innocenza: padre di famiglia e attivissimo nelle attività sociali e della Pro Loco, per i suoi compaesani non può aver preso parte agli scontri: ''Si è trattato di un clamoroso errore'', sottolineano.