ANNO 14 n° 117
Schiaffo futurista al patron di Caffeina parlano i testimoni dell’accusa
Per Filippo Rossi, parte civile, oggi in aula il capo della Digos Monia Morelli
19/07/2016 - 02:01

VITERBO – Sarà il capo della Digos, la dottoressa Monia Morelli, a parlare oggi in aula, davanti al giudice di pace di Viterbo, Alessandro Mandolini. Un super testimone dell’accusa, che, atti di indagine alla mano, offrirà la propria lettura dello schiaffo arrivato dritto in faccia al direttore artistico di Caffeina, Filippo Rossi, e per cui sono stati rinviati a giudizio il leader di Casapound, Gianluca Iannone, e il 44enne viterbese Andrea Giannini. Entrambi dovranno rispondere di ingiurie e lesioni in concorso.

All’ultima udienza di febbraio, sono stati ascoltati tre testimoni dell’accusa che hanno raccontato come, nella notte tra il 13 e il 14 luglio 2012, durante il festival Caffeina Cultura, Iannone, insieme a una decina di militanti di estrema destra, avrebbe raggiunto la sede della manifestazione, in piazza San Pellegrino. Una volta entrato in segreteria, al termine di una discussione dai toni piuttosto accesi, avrebbe colpito Rossi con un pugno dritto in volto, all’occhio sinistro. Giannini, subito dopo, gli avrebbe sferrato un calcio nel fianco, quando già era riverso a terra.

Soccorso dai sanitari del 118, Rossi riportò una contusione giudicata guaribile in cinque giorni.

I due presunti responsabili, descritti e successivamente riconosciuti dal direttore artistico di Caffeina, sono stati rinviati a giudizio per volontà del pm Franco Pacifici. A rappresentarli, in aula, gli avvocati Samuele De Santis e Domenico Gorziglia, mentre Filippo Rossi, costituitosi parte civile, si è affidato all’avvocato Giacomo Barelli.





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