ANNO 14 n° 109
Schiaffo a Filippo Rossi, in aula la rivendicazione di Casapound
Depositati dalla parte civile tanti articoli di giornale. Salta ancora la discussione
28/03/2018 - 07:26

VITERBO – Articoli usciti su numerose testate nazionali in cui il leader di Casapound, Gianluca Iannone, rivendicherebbe la paternità dello schiaffo assestato in pieno volto a Filippo Rossi. Sono loro i nuovi protagonisti del processo che vede imputato Iannone e il 45enne viterbese Andrea Giannini. Documenti che ieri mattina sono stati depositati sulla scrivania del giudice di pace Alessandro Mandolini dall’avvocato del patron di Caffeina, costituitosi parte civile.

Rossi, secondo quanto ricostruito, nella notte tra il 14 e il 15 luglio del 2012 sarebbe stato raggiunto all’interno della segreteria generale della manifestazione e sarebbe stato aggredito dai due estremisti di destra: un forte colpo al volto che lo avrebbe fatto cadere a terra.

Non prima di aver animatamente discusso con il leader di Casapound, Gianluca Iannone, oggi imputato per lesioni.

A distanza di anni però, il processo stenta a chiudersi: ci si proverà nuovamente all’udienza del prossimo 16 aprile, durante la quale verranno ascoltati parte civile, imputati e si procederà alla discussione.

Intanto dei numerosi testimoni ascoltati in aula, pochissimi sembrano ricordare nitidamente quegli istanti. Come Carlotta M.. ''C’è stato un parapiglia generale, tanta confusione e all’improvviso l’arrivo delle volanti della polizia. Le sirene, la gente. Ma non ricordo altro. Forse Rossi c’era, forse no. Non lo so: sono passati anni. Ero lì insieme ad una mia amica e collega, sarà stata l’una di notte. Ma non so che cosa sia successo: ricordo la confusione, nient’altro. La stanza della segreteria è enorme e nel momento in cui in città c’è il Festival è un vero e proprio porto di mare: gente che entra e esce ogni secondo''.

Nulla di certo, se non ciò che rimane sul verbale della polizia, firmato a poche ore dall’aggressione: la descrizione di un uomo alto circa un metro e novanta, rasato, con la barba lunga e una maglietta nera con sopra il logo di Casapound. Che corrisponderebbe a quella del suo leader, Gianluca Iannone.





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