ANNO 14 n° 114
Scarcerato Rosci,
denunciò ''l'inferno''
di Mammagialla
23/05/2015 - 00:01

VITERBO - A febbraio del 2015, quando gli fu tolto il divieto di comunicare attraverso Facebook e i social network, aveva raccontato la drammatica situazione vissuta durante la sua reclusione a Viterbo: ''Vivevamo in una tomba. Questo è il sistema carcerario italiano''. Ieri Davide Rosci, 32enne teramano e attivista di sinistra, è uscito dal carcere, merito delle recenti modifiche introdotte nel codice di procedura penale con la legge numero 47 del 16 aprile 2015.

''Non so se ridere o piangere, ma mi hanno appena scarcerato'' ha scritto Rosci appena tornato in libertà ''Ora riprenderò la mia attività politica e domani sarò a Lanciano (Chieti) per la grande manifestazione contro le trivelle in mare Adriatico dove sono previste 40 mila presenze''.

Condannato per devastazione a 6 anni per gli scontri di Roma dell'ottobre 2011, era stato condannato ai domiciliari in Corte d'Appello dopo essere finito al centro di una querelle sui continui trasferimenti da penitenziario a peniteziario.

Tra questi, quello di Mammagialla, del quale aveva raccontato: ''La cella era di 6 mq scarsi sotto uno scantinato buio, l'ambiente era sudicio al massimo, lo sporco ovunque. Il materasso in spugna puzzava ed era tutto rotto, il cuscino mi è stato dato a metà perché bruciato, la porta del bagno non c'era, l'acqua non era potabile e in 5 giorni non me l'hanno detto, i termosifoni non funzionavano e dalle finestre entravano gli spifferi d'aria gelata. Si stava a una temperatura di 2 gradi''.






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