ANNO 14 n° 115
Scappa dai domiciliari per aiutare la moglie a scaricare la spesa
13/01/2017 - 02:00

VITERBO – ''Mi sento terribilmente in colpa. Se si trova in questa situazione è soprattutto per causa mia. Avevo caricato la macchina di tutto ciò che nel corso della settimana sarebbe potuto servire a me, mio marito e i miei due figli: c’era della spesa, delle casse d'acqua e una bombola del gas. Che ricordo pesante. Terribilmente pesante''. Tanto che, dopo aver parcheggiato la propria vettura a qualche metro da casa, C.L. è costretta a chiamare qualcuno in aiuto per trasportarla.

''Non c’era posto, nella piccola e stretta via in cui abitiamo, le macchine passano a malapena. Ecco perché mi sono dovuta allontanare un po', trovando parcheggio solo alcuni metri più in là. Ho spento la macchina, poi ho chiamato per essere aiutata.’’. Un aiuto, però, evidentemente arrivato dalle mani sbagliate. Quelle del marito, con l’obbligo di rimanere in casa agli arresti domiciliari, per un piccolo precedente del passato. E così, pochi passi fuori dal portoncino e qualche metro per aiutare la consorte a scaricare la pesante bombola del gas. Tanto è bastato, infatti, per far scattare l'allarme e l'intervento delle forze dell’ordine.

''Immediatamente è arrivata una volante dei carabinieri. Erano in tre e ricordo alla perfezione di come avessimo tentato di spiegare l‘accaduto – prosegue, in aula, la trentacinquenne moglie dell’imputato – hanno visto la bombola e la spesa. Hanno visto che mio marito era in tenuta da casa: ciabatte e bermuda. Ma non hanno voluto sentire ragioni''.

Era il luglio del 2016 e, per l’uomo, sono scattate immediatamente le manette. E un processo per direttissima. Oggi in tribunale, risponde di evasione dagli arresti domiciliari e rischia fino a tre anni di reclusione.

Si tornerà in aula il prossimo novembre per lasciare spazio ai testimoni dell’accusa e della difesa.






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