ANNO 14 n° 88
Scandalo fondi Pdl, Fine indagine notificato a Fiorito e Gianlorenzo
17/04/2014 - 02:01

VITERBO – Eccole qua, le trentasei pagine che costituiscono l’avviso di conclusione delle indagini notificato all’ex capogruppo regionale Pdl Franco(ne) Fiorito e al giornalista Paolo Gianlorenzo.

Il primo è indagato ''poiché, sentito dalla Procura della Repubblica di Viterbo (il sostituto titolare del fascicolo è il dottor Massimiliano Siddi, ndr) una prima volta il 24 settembre 2012 e, successivamente il 1° ottobre 2012 in qualità di indagato, avendo materialmente contraffatto, o comunque fatto contraffare, i documenti relativi a fatture, prenotazioni alberghiere etc., tutti apparentemente relativi ai rimborsi spese richiesti al Gruppo Pdl della Regione Lazio dal consigliere regionale Francesco Battistoni, mediante un complesso mirato e sistematico di dichiarazioni, incolpava indirettamente di tale contraffazione, pur sapendoli innocenti, l’onorevole Vincenzo Piso e la sua collaboratrice addetta alla segreteria, Maria Ludovica Nasonte''.

Quanto al secondo, l'ex direttore dei quotidiani Nuovo Viterbo Oggi e l'Opinione di Viterbo, entrambi falliti, risulta invece indagato in concorso con Fiorito per aver offeso la reputazione di Battistoni e della sua segretaria Erica Antonelli. Il giornalista, in particolare, oltre ad aver ''messo a disposizione dei lettori la documentazione contraffatta'', ha pubblicato due articoli ''gravemente diffamatori'' nei confronti di Battistoni e della Antonelli. In uno, in particolare, ''mediante un complesso sistematico di proposizioni, alludeva implicitamente e sarcasticamente ad una loro relazione sentimentale''.

L’inchiesta è quelle delle false fatturazioni. Quelle che, persino il procuratore capo Alberto Pazienti, definì ''grossolanamente contraffatte''. Al di là dell’inchiesta, dei mesi di indagini e del fatto che, in tutto questo pasticciaccio, i personaggi coinvolti sono presunti innocenti, leggendo attentamente il fascicoletto e soprattutto le dichiarazioni dell’ex sindaco di Anagni, si rimane sorpresi. Sì, sorpresi dall’interesse, eccessivo se non altro, manifestato da tali personaggi nei confronti dell’ex consigliere Battistoni. E’ lo stesso Fiorito a rivelare che l’ex assessora Birindelli chiedeva insistentemente documentazione riguardante il suo predecessore all’Agricoltura.

''Ricordo – dice Fiorito al pm - che delle carte relative ai rimborsi di Fiera Cavalli 2010, imputabili al consigliere Battistoni, mi aveva più volte parlato l’assessore Birindelli, dicendomi che si trattava di spese eccessive e che il consigliere Battistoni si era addirittura portato in viaggio, a spese pubbliche, la segretaria Erica Antonelli ed alcuni amici. Ricordo anche che la Birindelli, quando l’ho incontrata il 12 settembre 2012 sotto gli uffici dell’onorevole Piso, lasciava intendere attraverso la mimica facciale che tra i due vi fosse un rapporto di intimità''.

Il 12 settembre 2012. Una data che ha rappresentato la chiave di volta sul giallo delle false fatturazioni. Perché sarebbe proprio in quel giorno che i documenti avrebbero subito le strane macchinazioni. E, infatti, il pm Siddi, durante l’audizione del 24 settembre di quell’anno chiese a Fiorito di ricostruire “con precisione temporale i passaggi inerenti la visita all’ufficio dell’onorevole Piso, l’incontro con l’assessore Birindelli e la telefonata ricevuta da Paolo Gianlorenzo”.

''Mi sono recato dall’onorevole Piso il pomeriggio del 12 settembre, su sua sollecitazione urgente, in quanto mi chiedeva di portargli subito la documentazione comprovante che i rimborsi ai consiglieri venivano effettuati senza controlli rigorosi. Ho raccolto pertanto una serie di documenti che dimostravano tale prassi, tra questi anche quelli riguardanti il consigliere Battistoni, e mi sono recato da Piso. Faccio presente – sottolinea Fiorito - che nei giorni immediatamente precedenti mi aveva contattato più volte l’assessore Birindelli, anche tramite sms, chiedendomi di incontrarla e di fornirle tale la documentazione, mostrandosi interessata a quella del consigliere Batttistoni''.

''Subito dopo pranzo del 12 settembre – prosegue Fiorito davanti al pm - l’assessore Birindelli mi ha contattato, credo tramite sms, chiedendomi di incontrarla; questo probabilmente perché la sera prima, pur avendole promesso di passare nel suo ufficio in Regione, non ho mantenuto l’impegno senza neppure avvisarla''. L’ex sindaco di Anagni, comunque, non rispose al messaggio, e si recò da Piso.

''In quella sede – spiega - ho mostrato la documentazione all’onorevole e ricordo che questi, visibilmente alterato per la gravità di quanto aveva visto, mi ha chiesto di poter far subito una copia della documentazione e si è allontanato per recarsi alle votazioni della Camera dei deputati. Subito dopo un suo collaboratore ha effettuato copia della documentazione in mio possesso riconsegnandomi l’originale più un’ulteriore copia''. A quel punto anche Fiorito esce dagli uffici di Piso.

''Sceso in strada, in piazza San Silvestro, ho incontrato l’assessore Birindelli, la quale mi ha chiesto di consegnarle la documentazione di cui le avevo già parlato e che mi aveva chiesto anche nei giorni precedenti. Poiché avevo molta fretta per la necessità di portare la documentazione ai giornali, ho risposto che in quel momento non potevo darle retta, ma che comunque si sarebbe potuta far dare una copia dalla segretaria dell’onorevole Piso''.

''Quasi contemporaneamente al mio incontro con la Birindelli – aggiunge Fiorito - ricevo la telefonata di Paolo Gianlorenzo, che mi chiedeva di mettergli a disposizione la documentazione inerente il consigliere Battistoni. Io gli ho detto di rivolgersi alla Birindelli''.

A questo punto il pm Siddi chiede a Fiorito il motivo per cui indirizzò Gianlorenzo proprio all’ingegnere di Bolsena. E Fiorito risponde: “… in virtù di quanto appreso negli ambienti politici, presumevo che tra i due ci fosse un rapporto di conoscenza”.

Perché? Perché questo eccezionale interesse nei confronti di Battistoni? Ripercorrendo la faccenda, non può non tornare alla mente l’affermazione del direttore dell’Ater, Ugo Gigli, durante la conferenza stampa di venerdì scorso in riferimento al presunto complotto ordito contro di lui per soffiargli il posto. “Quella contro Francesco Battistoni è stata ben peggiore, ma anche io mi sento vittima della macchina del fango: identiche le metodiche di distruzione del nemico e santificazione degli amici”.

Anche i legali di Battistoni ne sono convinti: “Battistoni era il nemico da distruggere per aver scoperto le ruberie del gruppo”.





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