ANNO 14 n° 88
Sanitą - A Viterbo
cure pił rapide
e risultati migliori
I dati del primo semestre 2014
11/10/2014 - 02:00

VITERBO – Cure più rapide e risultati migliori: la sanità in provincia di Viterbo, come quella dell’intera Regione Lazio, nel primo semestre 2014, ha dato segnali di miglioramento rispetto allo stesso periodo del 2013. In particolari sono stati operati più femori rotti entro le 48 ore, sono stati eseguiti più interventi tempestivi di angioplastica per infarti acuti, dono diminuiti i giorni di degenza in ospedale dopo interventi di routine, come la rimozione della colecisti. E’ stata inoltre registrata una limitata diminuzione del numero dei parti cesarei.

Questi alcuni dei dati sulla sanità del Lazio illustrati ieri dal governatore Nicola Zingaretti, il quale ha poi annunciato che da gennaio 2015 sarà online il portale ''Open Data Lazio'', con tre macro aree dedicate alla sanità, con dati sulle spese delle Asl, liste d'attesa e esiti sanitari.

Nel dettaglio, il sistema sanitario della Tuscia ha fornito la migliore performance sulle fratture al femore operate entro due giorni, una pratica che riduce di un quarto la mortalità e le complicanze. Si è infatti passati dal 20% a oltre il 60%. Un risultato notevole se si considera che nel resto del Lazio l'aumento è stato in media dell'8%.

Un incremento del 6% si è invece registrato, su base regionale, negli interventi di angioplastica primaria negli infarti acuti del miocardio: dal 35,5% al 41,4%. Il dato medio nasconde però un'elevata eterogeneità per struttura ospedaliera: si passa da un massimo del 77% a un minimo dell'8%.

In merito poi alla degenza post-operatoria per la colecistectomia laparoscopica, gli standard prevedono tre giorni di ricovero. Nel Lazio la proporzione di ricoveri sotto i tre giorni è passata dal 61% del 2013 al 66% del giugno 2014, ma anche in questo caso ci sono picchi del 93% e del 5%.

Infine riguardo ai parti cesarei primari (cioè quelli delle donne al primo parto, che nella stragrande maggioranza dei casi dovranno ricorrere al cesareo anche nei parti successivi) i passi avanti sono stati limitati perché, ad avviso della Regione, permangono ancora attive una serie di piccole strutture ospedaliere dove il ricorso al cesareo è molto elevato e la diminuzione è stata limitata: dal 33% nel 2008 al 31% del primo semestre 2014.

 





Facebook Twitter Rss