ANNO 14 n° 110
Sandro Rossi: ''Un trasporto impeccabile''
Devozione e tradizione hanno accompagnano Fiore del Cielo
04/09/2012 - 16:16

VITERBO – ‘’Un trasporto impeccabile’’. Così il capofacchino Sandro Rossi ha commentato il trasporto di Fiore del Cielo dopo l’arrivo al sagrato della chiesa di Santa Rosa. Un attimo prima di appoggiare la macchina c’è stato un momento di suspance, ma dopo l’ok dei cavalletti, al grido ‘’per Santa Rosa, fuori!’’ di Sandro Rossi il trasporto 2012 è ufficialmente concluso e la piccola Santa guarda la sua città dall’alto.

Santa Rosa ha fatto il miracolo. Neanche una goccia d’acqua è scesa lungo il tragitto di Fiore del Cielo. ‘’Siamo stati più forti della pioggia’’ ha commentato il presidente del Sodalizio Massimo Mecarini a fine trasporto. Poco prima delle 21 nella chiesa di San Sisto, dopo aver sfilato per le vie della città, i facchini hanno ricevuto il primo 'articulo mortis' da parte del vescovo Lino Fumagalli che è al suo secondo trasporto.

Devozione e tradizione accompagnano tutto il trasporto con cori di incitamento e applausi al ritmo della banda di Vejano. Non mancano poi urla di incitamento e ammirazione per questi cento uomini in bianco e rosso che oltre al peso della struttura, portano il peso, meno fisico ma forse più gravoso, di omaggiare la patrona rappresentando la città tutta. A piazza San Sisto la tradizionale consegna della Macchina del sindaco Marini ai costruttori: Contaldo Cesarini (al sui tredicesimo trasporto) e Vincenzo Fiorillo.

Dopo la benedizione del vescovo Fumagalli Sandro Rossi chiama i suoi. Leve, spallette e ciuffi. Il momento del ‘’sollevate e fermi’’ è arrivato, Fiore del Cielo si alza, la banda parte e i facchini iniziano il loro cammino, scandito dai comandi del capofacchino. L’emozione si legge sui loro volti, la Macchina sembra camminare da sola lungo le vie scure della città e la folla acclama i loro eroi.

Arrivati a piazza Fontana Grande, dove tra l’altro c’è sempre il folto gruppo di giovani che ogni 3 settembre si appropria della fontana, i facchini fanno il primo bilancio. Un piccolo incidente di percorso viene subito risolto da un vigile del fuoco (un lumino aveva preso fuoco). Si riparte ‘’tutti de ‘n sentimento’’ per via Cavour fino a piazza del Comune, dove c’è il primo lancio dei petali. Qui i facchini si superano per il secondo anno successivo con una girata in più. Uno grande sforzo fatto con il corpo ma soprattutto con il cuore. Dopo il saluto alle autorità Fiore del Cielo riparte per via Roma, piazza delle Erbe, via del Corso e piazza del Teatro. L’ultima tappa è quella più lunga, i facchini si preparano per l’ultimo sforzo, si legano le corde e poi, via lungo la salita.

L’ultima fatica dei facchini si legge nel volto delle corde, le camice sudate, i visi stremati e le gambe che tremano. I giovani, una volta arrivati sul sagrato si accasciano sui gradini della chiesa, stanchi, emozionati e felici, pronti a ricevere le attenzioni dei familiari che li hanno aspettati sui gradini della chiesa. E infine, adagiata la Macchina sui cavalletti, gli abbracci, le lacrime di gioia e la commozione di tutti i facchini, dello staff, delle autorità e dei familiari, mentre Santa Rosa li guarda dall’alto di Fiore del Cielo.

 

 

 





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