ANNO 14 n° 107
Sacerdote suicida
Il vescovo Fumagalli
ai funerali: ''Perché
una morte così difficile?''
23/10/2014 - 16:51

VITERBO – Era gremita la chiesa di San Sisto per l'ultimo saluto a don Giampaolo Manca, il sacerdote che stato trovato morto suicida dopo aver ingerito. C'erano tanti amici e colleghi e soprattutto c'era tanta gente comune che conosceva don Giampaolo, fedeli della parrocchia di San Sisto che hanno voluto ricordare in questo modo l'ex parroco di Sipicciano. Soffriva da tempo di depressione e proprio questa sua particolare fragilità lo ha portato a compiere il gesto estremo. Don Manca insegnava filosofia e teologia all'istituto teologico San Pietro. La chiesa di Viterbo sin dai primi momenti si è stretta nel silenzio e nel dolore per una morte così tragica e dolorosa. Anche la comunità parrochiale di San Sito ha vissuto questi giorni alla stessa maniera.

Nel pomeriggio di oggi i funerali: la bara è stata posta al centro della chiesa ai piedi delle scale: sul feretro la stola del sacerdote e il Vangelo aperto. A celebrare le esequie il vescovo di Viterbo monsignor Lino Fumagalli che negli ultimi mesi è stato molto vicino a don Giampaolo. La sua è stata un'omelia sentita e toccante: il presule ha invitato tutti i fedeli a pregare e nella preghiera ricordare la figura di Don Giampaolo Manca: ''In forza della fede auguriamo il regno eterno a don Giampaolo – ha detto Fumagalli -. Il Signore ci vuole bene sempre in tutti i casi e a tutti noi. Di fronte a queste tragedia abbiamo il dovere di porci delle domande: 'Perchè signore? Perchè una morte così difficile per un cristiano? Le scritture ci docono che solo Dio conosce il nostro cuore in profondità e solo lui sa quanto può essere devastante una malattia. Don Giampaolo ha dimostrato fede e amore verso il Signore. A Dio spetta il giudizio, ma sarà sicuramente misericordioso''.

Poi il vescovo ha continuato e ha voluto far riflettere i tanti fedeli presenti in chiesa: 'Noi tutti potevamo fare qualcosa per don Giampaolo. Potevamo fare di più e di questo chiediamo perdono. E questa tragedia stimoli a noi come presbiterio e a voi tutti a vivere di più la solidarietà, la comunione e la fratellanza''.






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