ANNO 14 n° 111
Rubano preziosi in gioielleria, traditi dai tatuaggi: ma gli imputati non ne hanno
09/03/2017 - 07:32

VITERBO – ''Ci sono in giro due soggetti che hanno le nostre stesse sembianze e che se ne vanno a rubare indisturbati, mentre noi, qui, stiamo vivendo un inferno’’. Sembrerebbe tutto frutto di un malinteso, l’accusa rivolta a Matteo G. e alla compagna Sharon D.A., trentenni residenti a Ostia, per cui ora devono rispondere di furto con destrezza.

Secondo l’accusa sarebbero stati loro a mettere in piedi tra il 2013 e il 2016 una serie di furti all’interno di gioiellerie laziali: ad Anagni nel luglio del 2013, a Ronciglione nell’ottobre dello stesso anno e a Nepi alcuni mesi dopo. Un modus operandi infallibile, e sempre identico: la ragazza avrebbe distratto il proprietario del punto vendita e si sarebbe fatta mostrare alcuni dei preziosi in vendita. Poi coprendo i gioielli con la borsa o con il pullover, sarebbe uscita indisturbata dal negozio assieme al ragazzo.

Ma per la difesa è tutto frutto di uno sbaglio, così come sottolinea anche lo stesso imputato: ‘’Non siamo stati noi a commettere quei furti: i proprietari delle tre gioiellerie dicono di averci riconosciuto dalle immagini riprese dalle videocamere di Anagni. Ed è lì che è cominciato il nostro personalissimo calvario.’’. Perché quegli stessi fotogrammi catturati nella gioielleria del frosinate, sono stati poi mostrati ai dipendenti degli esercizi di Ronciglione e Nepi che hanno finito per riconoscere gli stessi autori dei furti subiti.

''E’ nato lì l’intero equivoco: quei due ragazzi ci assomigliano, ma non siamo io e mia moglie. Non abbiamo sul corpo quei tatuaggi ripresi dalla videosorveglianza e, per di più, quando è stato commesso il furto nella gioielleria ad Anagni, eravamo in vacanza in Calabria, a Vibo Valentia.’’.

A testimoniarlo, anche alcuni amici della coppia: ‘‘Siamo partiti per le vacanze insieme: era il 30 luglio del 2013. Matteo e Sharon erano con noi. Abbiamo foto al mare che ci ritraggono tutti insieme. Eccole, signor giudice.’’.

Un presunto scambio di persona che potrebbe, però, costare caro ai due ragazzi di Ostia, che oggi devono rispondere di furto con destrezza davanti al tribunale viterbese. si tornerà in aula la prossima settimana per la discussione e quindi la sentenza.






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