ANNO 14 n° 89
Rivela l'identitą di un testimone protetto,
vice questore di Tarquinia a processo
Agente rinviato a giudizio con l'accusa di utilizzazione del segreto d'ufficio
11/11/2016 - 11:32

TARQUINIA – Vice questore rivela identità di un testimone sotto protezione, rinviato a giudizio.

Rivelazione e utilizzazione del segreto d’ufficio, questo il reato per il quale un vice questore di Tarquinia è sotto processo. L’agente avrebbe infatti divulgato la vera identità di un testimone di giustizia sotto protezione a Tarquinia.

È stato lo stesso testimone, sentendosi in grave pericolo dopo le azioni del vice questore, a sporgere denuncia. Figlio di un esponente di spicco della ‘ndrangheta calabrese, viveva sul litorale viterbese sotto un programma di protezione voluto dal Ministero dell’interno a seguito di una sua testimonianza che ha permesso alla magistratura calabrese di arrestare molti componenti di una famiglia mafiosa colpevole di aver assassinato il padre dell’uomo.

Al testimone era stata quindi fornita una nuova identità e dei soldi per poter iniziare a vivere normalmente. Giunto a Tarquinia l’uomo decide infatti di aprire una serie di attività commerciali. Secondo quanto avrebbe scoperto la magistratura dalle indagini in seguito alla denuncia, il vice questore, che era a conoscenza della vera identità dell’uomo, gli avrebbe chiesto di assumere una persona nella sua attività. Il testimone, fidandosi dell’agente, avrebbe così accettato la sua proposta.

Ma una volta incontrata la persona consigliata dal vice questore, il testimone capisce di essere in serio pericolo. L’uomo in questione infatti altro non era che un collaboratore di giustizia appartenente però proprio alla famiglia mafiosa rivale a quella del testimone.

Da quel momento scatta la denuncia ai carabinieri di Tuscania. Parte quindi l’indagine, in un primo tempo affidata al pm Margherita Pinto, poi passata al pm di Viterbo Petroselli e di nuovo tornata alla procura di Civitavecchia per competenza territoriale.

La magistratura, ritenendo il vice questore responsabile dei reati di rivelazione e utilizzazione del segreto d’ufficio, chiede il rinvio a giudizio. La richiesta accolta ieri dal gup Petti. Si attende dunque la prima udienza il 9 marzo.






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