ANNO 14 n° 115
Rifiuta di acquistare un biglietto abusivo e viene minacciato
La vittima racconta il lato oscuro della festa di S. Rosa
05/09/2011 - 14:57

'Accade a Viterbo che il 3 settembre si svolga quella che, per un vero viterbese, è la dimostrazione di fede più bella al mondo. Ma a Viterbo, sempre il 3 settembre, qualche ora prima del passaggio della macchina, accade anche di vedersi coinvolti in un delirio di maleducazione, violenza e insulti'.

Inizia così la lettera di denuncia che M.P. ha inviato alla nostra redazione per mettere in luce una situazione verificatasi il giorno del trasporto.

Di seguito pubblichiamo la lunga lettera.

'Siamo a piazza Fontana Grande, sono le ore 5,50 di mattina del 3 settembre, e pieni di entusiasmo, nonostante la notte quasi in bianco, ci mettiamo in fila per prendere le sedie che distribuisce il comune di Viterbo.

Ovviamente non siamo i primi, in piazza ci sono già 36 persone (contate una per una) che stoicamente hanno passato la notte all’addiaccio.

Appena arriviamo un nostro conoscente ci dice che ormai le sedie sono finite, nonostante la distribuzione delle stesse inizi alle 8,30. Ci spiegano che già dalle ore 2,00 del 2 settembre (sarà vero?) una signora ha iniziato a distribuire dei numeretti cartacei a chi arrivava in piazza. A noi, arrivati alle 5,50 del 3 settembre, spetta il numero 288, il che darebbe la matematica certezza di non riuscire a prendere neanche una sedia.

A quel punto proviamo a dire che al momento non erano materialmente presenti in piazza 288 persone, ma solo 36, e che ci sembrava molto ingiusto che qualcuno potesse aver preso il biglietto fin dal giorno precedente per poi andarsene e tornare tranquillamente riposati la mattina solo per il ritiro delle sedie. Ma siamo stati immediatamente zittiti da qualche autoproclamatosi “capo-popolo”, con le proprie adorabili consorti, che hanno subito iniziato a insultarci e a minacciarci.

Ci dicono che sono due giorni che fanno la fila, dandosi il cambio turno tra i vari familiari. Ci dicono che anche se li in piazza sono solo in 36, gli altri stanno dormendo in non si sa quale macchina, parcheggiata non si sa dove.

La realtà è ben più pittoresca: da ormai qualche anno, con chissà quale potere auto conferito, le solite persone tra loro conoscenti iniziano a distribuire i biglietti per la fila, in un determinato giorno che stabiliscono tra loro. Facendo credere di rendere un servizio alla cittadinanza, ovviamente se ne tengono la giusta quantità per tutti i loro familiari e solo dopo iniziano a distribuirli a chiunque passi per piazza Fontana Grande.

Così accade che se qualcuno ha la fortuna di passare in piazza il 2 settembre, può prendere questi “lasciapassare”, in quantità illimitata ovviamente, per poi presentarsi tranquillamente all’ora stabilita per la distribuzione, noncurante di chi, seguendo in buona fede le uniche indicazioni valide, quelle del Comune, si è alzato prestissimo per passare ore e ore in piedi a fare la fila.

Cerchiamo quindi di assecondarli, per far placare gli animi, e ci mettiamo comunque in fila dietro le persone che giustamente erano arrivate prima di noi. I “capi-popolo” nel frattempo se la prendono con un’altra signora che aveva dato altri biglietti di un’altra matrice, creando una fila alternativa.

Nel frattempo una ragazza, che già da qualche anno aveva subito questa ridicola consuetudine, aveva chiamato la Polizia Locale, che tuttavia le aveva risposto di non poter intervenire, se non in caso di tafferugli.

Ma sono già le 8,30 e gli impiegati comunali aprono le porte per iniziare la distribuzione delle sedie.

Ormai lo spiazzo antistante l’ex tribunale è gremito di un centinaio di persone che molto comodamente e furbescamente hanno rimediato un biglietto, chissà da chi, chissà come, chissà quando, e, dopo aver comodamente dormito nei propri letti ed essersi svegliate alle 8,00, pretendono di passare per prime. Le varie persone in fila si interrogano l’uno con l’altro sul possesso e sul numero dei biglietti, e i malcapitati ignari di tale sistema perverso vengono spintonati e insultati. Addirittura un facchino di Santa Rosa, indegno di questo nome, arrivato comodamente alle 8,00, si rivolge a un ragazzo in fila dalle 5,00 urlando: “se provi a entrare senza biglietto ti faccio una faccia così!”. Che devozione!!!

A questo punto, i “capi-popolo maschi” iniziano un vero e proprio filtraggio della folla, impedendo fisicamente l’accesso dei cittadini all’ufficio pubblico (reato di violenza privata art. 610 CP e interruzione di pubblico servizio art. 331 CP). Gli impiegati comunali non si curano di ciò e aspettano alla fine del corridoio che arrivino le persone che i “capi-popolo” hanno selezionato per loro.

Nel frattempo però alcune persone senza biglietto, seppur in fila dal mattino presto, riescono a entrare ma alcune spietate ed efficientissime sentinelle avvisano i capipopolo dell’apparente sopruso. Scoppia un vero e proprio tafferuglio, con i “capi-popolo” che cercano di afferrare fisicamente un ragazzo, salvato solo da alcuni onesti impiegati.

Urla, insulti, spintoni e perfino bestemmie (alla faccia della festa religiosa), sia contro il ragazzo che viene minacciato di percosse e di morte, sia contro gli impiegati “traditori”. E quindi interviene la Polizia Locale a sirene spiegate, assieme a un agente della Polizia di Stato.

La Polizia Locale cerca di placare gli animi: e cosa fa? Sostituisce il “capo-popolo” con un Ispettore che inizia a far passare considerando come valido titolo proprio il biglietto abusivo!

Alla fine però riusciamo a entrare e a prendere le sedie, evitando il linciaggio. Ma non è tutto. Un nostro amico chiede spiegazioni dell’accaduto a un funzionario della Polizia Locale che gli spiega che ogni anno ci sono questi problemi ma che quest’anno la situazione è degenerata. Per quanto riguarda invece l’organizzazione della distribuzione, gli dice che spetta all’ufficio preposto del Comune il cui dirigente era proprio in loco ad occuparsi della faccenda (e menomale!)

Ma non è finita qui. Il ragazzo che poco prima aveva rischiato il linciaggio, viene raggiunto a piazza San Sisto da alcuni facinorosi che continuano a ingiuriarlo urlando. Il ragazzo allora prova a spiegare loro che il sistema dei bigliettini è totalmente abusivo e ingiusto, e, miracolosamente, ottiene ragione proprio da coloro che prima lo avevano aggredito, che concordano con le sue idee, ma dicono di adeguarsi bovinamente alla stolta consuetudine (evviva il popolino!).

Un altro ragazzo invece dopo aver sistemato le sedie, si reca di nuovo all’ex tribunale, dove incontra il dirigente dell’ufficio comunale addetto alla distribuzione. Il dirigente gli significa che è da sempre che va avanti questa vicenda e che era prevista la presenza, sin dalle 8,30 del mattino, di due agenti della municipale, che però non si erano presentati, se non dopo i tafferugli. Il dirigente spiegava altresì che questo metodo dei bigliettini non è assolutamente autorizzato dal comune e che non va preso in considerazione.

E siamo giunti alla fine di questo lungo, forse noioso, ma credetemi, drammatico racconto. E’ quindi d’obbligo farsi delle domande.

Come si può accettare che una persona sconosciuta inizi a distribuire biglietti per la fila abusivi, non autorizzati, senza alcuna pubblicità e senza alcuna garanzia di imparzialità e efficienza?

Com’è possibile che la Polizia Locale intervenga solo quando già ci sono dei disordini gravi, e non anche quando ne è concreto il rischio e si riceve una richiesta d’aiuto?

Com’è possibile che gli impiegati del Comune non abbiano un briciolo di coraggio per dire alla cittadinanza che il sistema dei biglietti abusivi non può essere riconosciuto?

Com’è possibile che gli impiegati del Comune accettino i meschini servigi di un “capo-popolo” per filtrare le persone e impedire loro l’accesso ai pubblici uffici, noncuranti dei reati di violenza privata e di interruzione di pubblico servizio? Com’è possibile che la Polizia Locale non intervenga nonostante la flagranza di questi reati?

La soluzione a tutto ciò sarebbe semplicissima: far sapere alla popolazione, con comunicati stampa e cartelli esposti fuori dall’ex tribunale, che non viene riconosciuto alcun sistema di numerazione della fila; e quindi impedire che qualcuno tenti di bloccare la fila controllando i numeretti. Infine bisognerebbe creare delle serpentine per la fila con delle transenne, in modo tale da regolare la coda e evitare disordini. Possibile che il Comune di un capoluogo di provincia non sappia gestire una cosa così semplice?'.

La lettera di M.P. si conclude con un post scriptum. Eccolo:

'Il ragazzo minacciato e percosso, seppur senza danno alcuno, sono io. La mia colpa, se così si può dire, è stata quella di rifiutare a priori di prendere un bigliettino abusivo e di inserirmi regolarmente e rispettosamente in fila a seguito di coloro, e soltanto di coloro, i quali avevano passato la notte in piazza'.






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