ANNO 14 n° 107
Rieducare alla lotta di classe, lottare per l’unità dei lavoratori
Conti: ''Abolire il Jobs Act''
22/02/2018 - 10:45

VITERBO - Riceviamo e pubblichiamo da Angelo Conti, candidato di Liberi e Uguali:

L’introduzione del Jobs Act ha portato alla cancellazione di diritti conquistati da decenni di lotte, primo di tutti l’ abolizione dell’articolo 18. Oggi il datore di lavoro può licenziare senza giustificato motivo e non è più previsto il reintegro nel posto di lavoro nel caso in cui il giudice stabilisca che il licenziamento è illegittimo. Inoltre, l’introduzione del contratto a tutele crescenti ha sanzionato una forma di decontribuzione per le aziende, ma niente tutele, sul lungo periodo, per il lavoratore.

Lo scorso anno 3.300.000 nuovi contratti sono stati firmati ma ben 2.600.000 sono arrivati al loro termine naturale o sono stati interrotti per licenziamento. 700.000 sono lavoratori che sono passati da una tipologia contrattuale a un’altra, quindi non neo assunti.

La tipologia contrattuale che va per la maggiore non è il tempo indeterminato, che poi lo si può cancellare in un attimo, ma quello precario. I voucher, per esempio, sono sono buoni che si comprano all'ufficio postale o dal tabaccaio, comprendono la quota da versare per tasse e contributi (bassissimi) e servono a pagare la singola ora di lavoro. In questo modo si può far lavorare, perfettamente in regola, qualsiasi persona senza dargli ferie, malattia, maggiorazioni per straordinario, notturno o domenicale, potendolo mandare a casa senza nemmeno bisogno della lettera di licenziamento.

Troppe operaie che lavoravano nel mondo della ceramica, soprattutto nel campo della stoviglieria, hanno dovuto abbandonare le fabbriche. Ora non si decorano più i piatti ma si stampano. Si è persa una professionalità che ha origini antichissime. Le operaie non sono mai state ricollocate e tanto meno il Governo ha fatto nulla per differenziare le forme di investimento in modo da non perdere queste professionalità. Ora molte donne lavorano come badanti, nei servizi o nell’agricoltura. Vivono con i voucher e non hanno nessuna possibilità di stabilizzare la loro condizione.

I contratti a tempo indeterminato sono aumentati non solo perché grazie al Jobs Act licenziare non è mai stato così facile, rendendo instabile anche il contratto a tempo indeterminato, ma soprattutto perché grazie alla Legge di Stabilità le imprese che assumono non pagheranno fino a 8.060€ di contributi previdenziali, coperti dalle casse dello Stato.

Lo smantellamento delle leggi, a tutela dei lavoratori, è venuto gradualmente. Una tattica che ha permesso di arrivare alla generalizzazione della precarietà. Siamo arrivati al punto che la gente pensa che i diritti debbano essere meritati, quando, invece, sono sanciti dalla Costituzione: diritto al lavoro, diritto alla sanità, alla scuola alla casa.

Si vuole pagare meno la gente e farla lavorare di più. Così non si crea occupazione. I dati mentono. Il lavoro non c’è e gli imbrogli per far comparire posti di lavoro sono tanti. Basta, in una settimana, aver fatto un’ ora di lavoro retribuito o gratis, se è nell’azienda di famiglia, che i dati aumentano. Comprando dal tabaccaio un’ora di lavoro, non si crea un posto di lavoro.

Bisogna avere un progetto di lotta. Avendo ben chiaro che, chi mette in pericolo i diritti e le conquiste, che venga da destra o sinistra, è un avversario dei lavoratori. Bisogna ricostruire una coscienza in mezzo alla gente confusa. Rieducare alla lotta di classe, vuol dire ritornare a lottare per l’unità dei lavoratori.

 






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